Secondo quanto riporta la Reuters, gli Stati Uniti già lunedì hanno inasprito le sanzioni economiche contro la Russia, impedendo a Mosca di utilizzare le riserve in dollari depositate presso le banche statunitensi destinate a pagare le scadenze delle cedole a chi abbia investito nel debito sovrano russo. Già dal 24 febbraio, le riserve in valuta estera detenute dalla banca centrale russa presso le banche statunitensi erano state congelate, ma il Dipartimento del Tesoro Usa aveva consentito al governo russo di utilizzare quei fondi per effettuare pagamenti delle cedole sul debito sovrano dei titoli emessi in dollari... caso per caso. Adesso anche questa "concessione" è venuta meno.

Le esecuzioni di Bucha sono alla base di tale decisione, dopo lo sdegno suscitato nell'opinione pubblica internazionale. Anche l'Europa, adesso, è chiamata a rispondere con ulteriori sanzioni e lo farà dopo la riunione odierna dei ministri dell'Ecofin. In molti chiedono di fermare completamente l'acquisto del gas russo da parte di Paesi membri dell'Ue, ma Germania e Austria hanno detto di non essere in grado di poterlo fare al momento, senza contare l'Ungheria che di mettere in atto sanzioni contro Mosca non ci pensa minimamente. A Berlino, però, non tutti sono della stessa opinione. Infatti, il ministro della Difesa Christine Lambrecht ha dichiarato che l'Unione europea deve discutere il divieto di acquisto del gas russo. Che cosa accadrà nelle prossime ore? Che l'Europa sceglierà, forse, una soluzione di compromesso decidendo di fermare l'acquisto dalla Russia di petrolio e carbone, con la possibilità di vietare l'attracco ai porti Ue delle navi russe.

All'escalation delle sanzioni non potrà certo non corrispondere anche un'escalation sul piano degli armamenti, come farebbe pensare il via libera del Dipartimento di Stato americano alla vendita di otto caccia F-16 alla Bulgaria. Gli Stati Uniti hanno dichiarato che l'operazione non è collegata alla guerra in Ucraina ma, come aveva suggerito la proposta della Polonia di qualche settimana fa, non si può non ricordare che la Bulgaria, in possesso di Mig su cui i piloti ucraini sono ben addestrati, potrebbe ricevere gli F-16 per poi destinare i caccia russi a Kiev.

Nell'ultimo aggiornamento del ministero della Difesa ucraino sarebbero adesso 18.500 i soldati russi rimasti uccisi durante l'invasione, a cui si aggiungono le perdite di 676 carri armati, 1.858 veicoli corazzati da combattimento, 332 pezzi di artiglieria, 107 lanciarazzi multipli, 55 missili terra-aria, 150 caccia, 134 elicotteri, 7 navi, 76 depositi di carburante, 94 droni e 4 sistemi per il lancio di missili balistici.

Che tali numeri siano gonfiati oppure no, le perdite russe sono state comunque pesantissime. Lo riprova il fatto che ormai le truppe di Mosca si stanno ritirando completamente, con l'evacuazione totale che si concluderà entro i prossimi giorni, da "tutto" il nord dell'Ucraina.

Adesso, con il richiamo di coscritti e riservisti l'esercito di Putin, non mira più alla conquista dell'intero Paese, ma punta a quella del Donbass e della fascia costiera meridionale.

Secondo quanto anticipato da commentatori e analisti, i primi obiettivi sono Kharkiv e Mariupol, con l'intento di conquistare completamente le province di Donetsk e Luhansk oltre la linea di contatto che definiva il confine delle repubbliche separatiste, in modo da chiudere in una morsa l'esercito di Kiev schierato a difesa dell'Ucraina orientale.

E non bisogna neppure dimenticare il fronte a ovest della Crimea con la città di Mykolaiv che continua a far da argine all'avanzata russa che, con la sua caduta, inizierebbe l'attacco su Odessa, in modo da chiudere all'Ucraina qualsiasi accesso al mare.

Probabilmente, solo dopo aver conquistato il Donbass e tutta la fascia costiera meridionale ucraina, Mosca sarà disposta a discutere seriamente il cessate il fuoco e ad avviare trattative per un accordo di pace... temporaneo.

Ma al di là che Putin riesca realmente a raggiungere tali obiettivi militari, che comunque rappresenterebbero per lui una sconfitta, l'Ucraina e l'occidente non accetterebbero mai uno status quo con questa nuova "configurazione geografica".

Per questo, a meno di stravolgimenti al momento inimmaginabili in Russia, questa guerra sembra destinata ad un'escalation il cui limite è per chiunque imprevedibile.


Crediti immagine: un performer in Russia ha scattato questa immagine, insieme ad altre in alcuni luoghi simbolo di Mosca, per protestare contro il massacro di civili a Bucha da parte dell'esercito russo.