Esteri

Israele sta bombardando tutta la Striscia, compresa Rafah, e impedisce l'ingresso degli aiuti umanitari

"Il Segretario Generale è stato profondamente rattristato nell'apprendere della morte di un membro dello staff del Dipartimento di Sicurezza e Protezione delle Nazioni Unite e del ferimento di un altro membro dello stesso staff, dopo che il loro veicolo, chiaramente contrassegnato come appartenente alle Nazioni Unite, è stato colpito mentre era diretto all'ospedale europeo di Rafah.Il Segretario Generale condanna tutti gli attacchi contro il personale delle Nazioni Unite e chiede un'indagine approfondita. Porge le sue condoglianze alla famiglia del dipendente caduto.Con il conflitto a Gaza che continua a mietere pesanti perdite – non solo sui civili, ma anche sugli operatori umanitari – il Segretario Generale ribadisce il suo appello urgente per un cessate il fuoco umanitario immediato e per il rilascio di tutti gli ostaggi".

Questo è quanto è stato dichiarato il 13 maggio dall'Ufficio del portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, Guterres.

Un caso? Assolutamente no secondo Human Rights Watch, che ai più distratti ricorda che le forze israeliane hanno effettuato almeno otto attacchi contro convogli e sedi di operatori umanitari a  Gaza da ottobre 2023, nonostante i gruppi umanitari avessero fornito le loro coordinate alle autorità dello Stato ebraico che avrebbe dovuto garantirne la protezione. Le autorità israeliane non hanno avvertito preventivamente nessuna delle organizzazioni umanitarie prima degli attacchi. E, secondo l'ONU, sono finora più di 250 gli operatori umanitari  uccisi a Gaza dall'invasione del 7 ottobre.

E rimanendo in argomento, in relazione al lavoro di quelle persone, vale ricordare che Israele ha praticamente ripreso l'assedio nei confronti dei palestinesi prigionieri della Striscia. Lo afferma ActionAid con un comunicato diffuso quest'oggi:

"Da giorni a Gaza non arriva praticamente nessun aiuto, il loro lavoro sta diventando impossibile e le operazioni di soccorso rischiano di fermarsi completamente.  Uno dei partner di ActionAid a Gaza, WEFAQ, che ha sede a Rafah, ha già dovuto sospendere le sue operazioni dopo che la maggior parte del suo personale è stata sfollata dalle proprie case.  WEFAQ offre supporto alle donne e alle ragazze che subiscono violenza ma senza carburante, elettricità e reti di comunicazione non potrà più garantire alcun servizio e gli ospedali non saranno in grado di alimentare le attrezzature. Sia le misure provvisorie della Corte internazionale di giustizia che la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno richiesto la fornitura di aiuti umanitari a Gaza, compreso il carburante, eppure quello a cui stiamo assistendo ora è una flagrante inosservanza di queste richieste.  Sono in gioco vite umane: il valico di Rafah deve essere aperto immediatamente e l'invasione della città deve essere fermata in modo che possano essere consegnate forniture urgenti di cibo, carburante e medicine. Mentre centinaia di migliaia di persone fuggono dalla città senza un posto sicuro dove andare, deve esserci un cessate il fuoco permanente e immediato per evitare che la crisi umanitaria vada ulteriormente fuori controllo". 

Buthaina Subeh, direttrice di Wefaq, ha dichiarato: "La maggior parte delle nostre operazioni sono state interrotte, tranne i follow-up online. Usiamo una hotline per seguire e documentare i bisogni delle persone. Tuttavia, non siamo in grado di operare sul posto, poiché la maggior parte del nostro personale ha perso la casa o è stata sfollata ad Al Mawasi. Non sappiamo nemmeno dove si trovino adesso". 

Ed al valico di Kerem Shalom, i fanatici ebrei con kippah e peot assaltano i camion degli aiuti umanitari distruggendone i carichi, con il dichiarato intento di far morire di fame e sete la popolazione palestinese... bambini compresi.

E come ridono compiaciuti...

Nel frattempo, secondo l'UNRWA, sono circa 450mila i palestinesi fuggiti da Rafah, in base agli ordini di evacuazione di Israele. Centinaia di migliaia di persone costrette a fuggire verso il nulla, in aree precedentemente rase al suolo, prive di acqua, elettricità, servizi...

Già tutto questo è oggettivamente disgustoso e terribile, ma non basta, perché il "morale" esercito israeliano del "moralissimo" Stato ebraico, le giorno del suo 76esimo compleanno, ha praticamente bombardato a tappeto tutta la Striscia, da nord a sud! Nel nord, fonti mediche hanno riferito che decine di civili sono stati uccisi e altri feriti nell'area di Tal al-Zaatar e nella piazza della scuola nel campo di Jabalia.  Nel centro della Striscia, sono stati bombardati i campi di Nuseirat e Bureij. Infine, nel sud, nella città di Rafah i caccia israeliani hanno bombardato i quartieri di al-Salam, al-Jeneina, al-Tanur e Brasile, oltre ad attaccare un gruppo di civili presso la Porta Salah al-Din.

Israele ha iniziato l'attacco di terra a Rafah e l'occidente fa finta di non essersene accorto.

Il premier e ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, ha dichiarato quest'oggi che i negoziati sulla tregua a Gaza sono arrivati ​​quasi a una fase di stallo, aggiungendo che un accordo sul cessate il fuoco e il rilascio dei prigionieri potrebbero essere raggiunti in pochi giorni, ma "ci sono differenze fondamentali" tra le due parti e "non esiste un quadro chiaro" da parte di Israele su come porre fine alla guerra.

A confermare le parole del premier qatariota, sono arrivati i commenti odierni del ministro israeliano per la sicurezza nazionale, l'estremita Ben Gvir, che parlando a Sderot, ha dato il proprio supporto ad una manifestazione per il reinsediamento dei coloni nella Striscia di Gaza:

"Affinché il problema [di Gaza] non si ripresenti, bisogna fare due cose: ritornare nella Striscia di Gaza e incoraggiare la partenza volontaria dei residenti. Questo è morale, razionale e umanitario. ...  Mi vergogno di essere l'unico nel governo ad aver votato contro il trasferimento delle spedizioni a Gaza attraverso Kerem Shalom. Vuoi umanità? Riportate i rapiti".

Il 16 e 17 maggio la Corte Internazionale di Giustizia terrà all'Aia un'udienza pubblica sulla richiesta depositata dal Sudafrica il 10 maggio per indicare misure provvisorie aggiuntive e la modifica delle misure provvisorie già prescritte nei confronti di Israele nella causa relativa all'applicazione della Convenzione sulla prevenzione e repressione del crimine di genocidio nella Striscia di Gaza (Sudafrica contro Israele). Alla causa ha aderito ance la Turchia e, ieri, anche l'Egitto ha fatto sapere che la sosterrà.

Autore Giuseppe Ballerini
Categoria Esteri
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