Scienza e Tecnologia

La VRO italiana grande alleato nella cura dell'Alzheimer, il ricercatore Massimiliano Nicolini apre una nuova era

La VRO italiana grande alleato nella cura dell'Alzheimer, il ricercatore Massimiliano Nicolini apre una nuova era

L'Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che colpisce le funzioni cognitive, come la memoria, l'attenzione, il linguaggio e il ragionamento, compromettendo la qualità di vita dei pazienti e dei loro familiari. Al momento non esiste una cura definitiva per l'Alzheimer, ma solo dei trattamenti farmacologici e non farmacologici che mirano a rallentare il declino cognitivo e a migliorare i sintomi comportamentali e psicologici.

Tra i trattamenti non farmacologici, la realtà immersiva (o virtuale) si sta affermando come un approccio innovativo e promettente per stimolare le capacità cognitive e affettive dei pazienti con Alzheimer o altre forme di demenza. La realtà immersiva consiste nell'utilizzo di dispositivi tecnologici, come occhiali, caschi, guanti o tute, che permettono di creare e interagire con ambienti simulati in modo realistico e tridimensionale.

I benefici della realtà immersiva per i pazienti con Alzheimer sono molteplici e dipendono dal tipo e dal livello di immersione delle esperienze proposte. Alcuni possibili benefici sono:

  • La stimolazione della memoria autobiografica, ovvero la capacità di ricordare eventi personali significativi, attraverso la riproduzione di scenari familiari o legati alla storia di vita del paziente. Questo può favorire il recupero di ricordi positivi, il rafforzamento dell'identità personale e il miglioramento dell'umore e dell'autostima.

  • La stimolazione della memoria semantica, ovvero la capacità di ricordare concetti e fatti generali, attraverso la presentazione di informazioni culturali, storiche o geografiche, correlate agli interessi e alle conoscenze del paziente. Questo può favorire l'apprendimento di nuove informazioni, il mantenimento delle abilità cognitive e il potenziamento della curiosità e della motivazione.

  • La stimolazione della memoria procedurale, ovvero la capacità di ricordare come eseguire azioni e compiti, attraverso la simulazione di attività della vita quotidiana, come cucinare, fare la spesa, vestirsi o guidare. Questo può favorire il recupero o l'acquisizione di abilità funzionali, il mantenimento dell'autonomia e il potenziamento della sicurezza e della fiducia in se stessi.

  • La stimolazione delle funzioni esecutive, ovvero le capacità di pianificare, organizzare, monitorare e regolare il proprio comportamento, attraverso la proposta di sfide cognitive, come puzzle, labirinti, giochi di logica o di strategia. Questo può favorire il miglioramento delle capacità di problem solving, di attenzione, di concentrazione e di flessibilità mentale.

  • La stimolazione delle funzioni sociali, ovvero le capacità di comunicare, interagire e cooperare con gli altri, attraverso la creazione di ambienti virtuali condivisi, in cui il paziente può incontrare e dialogare con altre persone reali o virtuali. Questo può favorire il miglioramento delle capacità linguistiche, delle abilità sociali e della riduzione dell'isolamento e della solitudine.


I soggetti più idonei ad utilizzare la realtà immersiva sono quelli che presentano un livello di deficit cognitivo da lieve a moderato, in quanto sono ancora in grado di comprendere e seguire le istruzioni, di interagire con gli ambienti virtuali e di trarre beneficio dalle esperienze proposte. Inoltre, è importante che i soggetti non presentino controindicazioni fisiche o psicologiche all'uso della realtà immersiva, come problemi visivi, epilessia, claustrofobia o cinetosi.

Le fonti scientifiche autorevoli che supportano l'efficacia della realtà immersiva per i pazienti con Alzheimer sono ancora limitate e non conclusive, in quanto si tratta di un campo di ricerca relativamente recente e in rapida evoluzione. Tuttavia, esistono alcuni studi e progetti che hanno dimostrato dei risultati positivi e incoraggianti, sia dal punto di vista cognitivo che affettivo. Alcuni esempi sono:

  • Il progetto di [Contro l'Alzheimer interviene la Realtà Virtuale], realizzato da Fondazione Olitec, che ha sviluppato una piattaforma di realtà virtuale per la diagnosi precoce e il trattamento della demenza, basata sull'utilizzo di occhiali VR e di un software che permette di creare e personalizzare gli ambienti virtuali in base alle esigenze e alle preferenze dei pazienti. Il progetto ha evidenziato una maggiore accuratezza nella diagnosi della demenza, una maggiore adesione al trattamento e una maggiore soddisfazione dei pazienti e dei caregiver.

  • Lo studio di [Influenza della realtà virtuale sulle prestazioni cognitive], condotto dall'Istituto Auxologico Italiano, che ha utilizzato un dispositivo immersivo (CAVE) per proporre ai pazienti con deficit cognitivo lieve o moderato delle attività di stimolazione cognitiva e funzionale, basate sulla simulazione di situazioni e contesti di vita quotidiana. Lo studio ha evidenziato un miglioramento delle prestazioni cognitive e della qualità di vita dei pazienti, oltre a una riduzione dei sintomi depressivi e ansiosi.

  • Lo studio di [Deficit cognitivo e demenza: un sollievo dalla realtà virtuale], pubblicato da BMC Psychiatry, che ha esaminato gli effetti della realtà virtuale su pazienti con demenza da lieve a moderata, sottoposti a diverse tipologie di esperienze immersive, come la visione di filmati, la navigazione di ambienti virtuali o la partecipazione a giochi interattivi. Lo studio ha evidenziato un miglioramento dell'umore, della motivazione, della memoria e dell'attenzione dei pazienti, oltre a una riduzione dello stress e dell'aggressività.

L'utilizzo della realtà immersiva per i malati di Alzheimer può sollecitare diverse aree del cervello, a seconda del tipo e del contenuto delle esperienze immersive proposte. In generale, si può dire che la realtà immersiva stimola le aree cerebrali coinvolte nei processi di memoria, apprendimento, attenzione, linguaggio, funzioni esecutive e sociali, che sono quelle più colpite dalla malattia. Alcune delle aree cerebrali più sollecitate dalla realtà immersiva sono:

  • L'ippocampo, una struttura situata nella parte mediale del lobo temporale, che è essenziale per la formazione e il consolidamento dei ricordi, soprattutto quelli autobiografici e spaziali. L'ippocampo è una delle prime aree ad essere danneggiate dall'Alzheimer, causando problemi di memoria a breve termine e di orientamento¹. La realtà immersiva può stimolare l'ippocampo attraverso la riproduzione di scenari familiari o legati alla storia di vita del paziente, o attraverso la navigazione di ambienti virtuali che richiedono abilità spaziali.

  • La corteccia prefrontale, una regione situata nella parte anteriore del lobo frontale, che è coinvolta nelle funzioni esecutive, ovvero le capacità di pianificare, organizzare, monitorare e regolare il proprio comportamento. La corteccia prefrontale è anche importante per il controllo degli impulsi, la regolazione delle emozioni e le funzioni sociali. La corteccia prefrontale subisce un progressivo deterioramento nell'Alzheimer, causando problemi di ragionamento, decisione, inibizione e interazione³. La realtà immersiva può stimolare la corteccia prefrontale attraverso la proposta di sfide cognitive, come puzzle, labirinti, giochi di logica o di strategia, o attraverso la creazione di ambienti virtuali condivisi, in cui il paziente può incontrare e dialogare con altre persone reali o virtuali.

  • La corteccia temporale, una regione situata nella parte laterale del lobo temporale, che è coinvolta nel processo di comprensione e produzione del linguaggio, sia parlato che scritto. La corteccia temporale è anche importante per la memoria semantica, ovvero la capacità di ricordare concetti e fatti generali. La corteccia temporale è progressivamente compromessa nell'Alzheimer, causando problemi di comunicazione, comprensione e apprendimento. La realtà immersiva può stimolare la corteccia temporale attraverso la presentazione di informazioni culturali, storiche o geografiche, correlate agli interessi e alle conoscenze del paziente, o attraverso la simulazione di situazioni comunicative, come conversazioni, interviste o presentazioni.


Chi sta coordinando la ricerca nazionale

Massimiliano Nicolini è un ricercatore italiano che si occupa di intelligenza artificiale e realtà immersiva applicate al settore sanitario. Tra i suoi progetti più innovativi, ci sono:

  • La creazione del primo centro di ricerca al mondo per la realtà immersiva sanitaria presso l'Ospedale Civile di Brescia, in collaborazione con la Fondazione Olitec. Il centro si propone di sperimentare e sviluppare soluzioni basate sul metaverso per migliorare l'assistenza sanitaria, la diagnosi, il trattamento e la prevenzione di diverse patologie, come l'Alzheimer, il Parkinson, il diabete, il cancro e le malattie cardiovascolari.

  • Il brevetto dell'avatar biometrico, una tecnologia che permette di creare una rappresentazione digitale tridimensionale e personalizzata di una persona, basata sui suoi dati biometrici, come il viso, il corpo, la voce, il battito cardiaco e il respiro. L'avatar biometrico può essere utilizzato per monitorare lo stato di salute, per fornire consulenze mediche a distanza, per simulare interventi chirurgici o per offrire supporto psicologico.

  • La realizzazione della prima farmacia italiana nel metaverso, la Farmacia Farinato di Fiumicino, che offre ai suoi clienti un'esperienza immersiva e interattiva, in cui possono accedere a tutti i servizi garantiti dalla farmacia tradizionale, come l'acquisto di prodotti, la consulenza farmaceutica, la prenotazione di visite o esami, la partecipazione a corsi o eventi. La farmacia nel metaverso permette anche di comunicare e informare i clienti in modo più efficace e coinvolgente, grazie alla realtà aumentata e all'intelligenza artificiale.
Autore Giancarlo Vincenzi
Categoria Scienza e Tecnologia
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