Iniziamo con alcuni titoli:

Cottarelli (Pd) si dimette da senatore: "Lontano da Elly Schlein". Al suo posto l'ex assessora Tajani (MilanoToday.it )Pd, Cottarelli lascia il Senato: stimo Schlein, ma mi trovo a disagio su diversi temi (Italia Oggi)Il Pd perde un altro pezzo: Schlein crea un partito estremista (Nicola Porro)Pd, Schlein fa scappare Cottarelli dal Senato. L'annuncio delle dimissioni: "Provo disagio" (Secolo d'Italia)Cottarelli in polemica con Schlein: "Mi dimetto da senatore" (Libero)Cottarelli: «Schlein ha spostato il Pd a sinistra: mi dimetto dal Senato, i miei valori sono altri» (Corriere)"Posizioni diverse da Schlein". Pd perde pezzi, Cottarelli si dimette da senatore (il Giornale)

Si potrebbe continuare, ma questo è ciò che la maggior parte della stampa italiana ha pubblicato sull'addio di Carlo Cottarelli, candidato tra i dem da Enrico Letta alle ultime elezioni come esterno, non essendo iscritto al partito (!). Addio annunciato urbi et orbi in televisione e con una lettera su Repubblica.

Prima considerazione. Come fa il Partito Democratico a perdere un pezzo visto che Cottarelli non era iscritto al Pd?

Seconda considerazione. Perché Cottarelli ha deciso di lasciare il gruppo del Pd al Senato? così lo ha spiegato a  Che tempo che fa, trasmissione di Rai 3 condotta da Fabio Fazio: "L'Università Cattolica mi ha chiesto di andare a dirigere un programma per l’educazione nelle scienze economiche e sociali rivolto agli studenti delle scuole superiori" e "questa cosa purtroppo non è compatibile con il Senato, quindi ho deciso di rinunciare alla posizione di senatore, cosa che farò, mi dimetterò nella prossima settimana. Nei prossimi giorni mi dimetto dal Senato. ... C’è stata una novità, nel senso che mi è stato chiesto di andare a fare una cosa che è secondo me molto importante, molto bella. L’Università Cattolica mi ha chiesto di andare a dirigere un programma per l’educazione nelle scienze economiche e sociali rivolto agli studenti delle scuole superiori. Io andrei a farlo naturalmente gratuitamente, questa è una cosa che si fa per spirito di servizio. Questo programma consiste in avere 15-20 personaggi senior che hanno avuto una carriera importante, io li chiamo senatori della cultura, che andrebbero a visitare le scuole, in tutta Italia, su invito delle scuole, a parlare di economia, di diritto, di Costituzione, di come si comunicano queste cose. Coordinerei questo, poi ovviamente parteciperei anch’io al programma". 

Tutto qui? No c'è anche una terza considerazione rappresentata da una questione politica, che però non è chiaro se sia prevalente o meno. Carlo Cottarelli ne ha parlato da Fabio Fazio e a Repubblica in una lettera al direttore: "Io stimo molto Elly Schlein e credo che stia facendo la cosa giusta nello spostare il Partito democratico un po’ più verso sinistra andando a rappresentare una parte sociale che forse adesso non è rappresentata. La questione è la mia posizione... ci sono chiaramente delle differenze adesso che si sono create con il Partito democratico. ... Una di queste riguarda per esempio il ruolo che il merito deve avere in una società e nell'economia. Nel documento di valori del Pd del 2008, il ruolo del merito era molto enfatizzato. Nei più recenti documenti, quello di fine gennaio e nella mozione di Elly Schlein, è scomparso... addirittura, si critica un po' il criterio del merito". 

Ma allora, perché Cottarelli si vuole dimettere da senatore del Pd? Perché ambiva al ruolo offertogli dalla Cattolica o perché tale occasione gli ha dato la scusa perché non ne voleva più sapere di far parte di un partito (un po') di sinistra? Vallo a capire.

In compenso, dimettendosi da senatore, il seggio al Senato rimarrà al Pd e andrà a Cristina Tajani, docente al dipartimento architettura e studi urbani del Politecnico di Milano ed ex presidente di Anpal servizi. Per dieci anni è stata anche assessora alle politiche del lavoro al comune di Milano, prima nella giunta Pisapia, poi in quella Sala.

Quindi, quale sarebbe il disastro per il Pd che, grazie alla rinuncia di Cottarelli, ha ulteriormente fatto chiarezza tra il proprio elettorato?

Carlo Cottarelli, dopo aver lasciato i vertici del FMI, a novembre 2013 fu nominato da Enrico Letta, al tempo presidente del Consiglio, commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica. Un'attività da cui riemerse ai tempi in cui Renzi aveva sostituito Letta a Palazzo Chigi pronunciando due termini (magici): tax expenditures. Una formula nefasta, visto che dopo di Cottarelli non si sentì più parlare, tanto che a ottobre 2014 ritornò al FMI. In un'intervista rilasciata poco prima del termine dell'incarico, Cottarelli parlò della difficoltà a relazionarsi, prima ancora che con il sistema politico, con quello burocratico, a suo dire chiuso ed estremamente impermeabile a ogni azione finalizzata a modernizzarne l'attività.

Il Cottarelli che adesso parla di merito, oltre a far credere che la Schlein sia la caricatura del Peppone di Guareschi, dovrebbe spiegare perché - come riassunto alle poste di bilancio che fanno capo alla voce tax expenditures - annualmente lo Stato rinunci ad incassare dalle imprese (quelle medio grandi e grandi, in genere multinazionali) decine di miliardi di euro per crediti d'imposta, oltre a fornir loro anche finanziamenti a fondo perduto... in cambio però di un Pil da loro generato che finora ha corrisposto annualmente al quasi nulla percento. Il liberaldemocratico Cottarelli non lo ha spiegato da almeno nove anni... però continua a parlare di merito e si sente a disagio se il Pd invece di inseguire un fantomatico piano Draghi, sconosciuto persino a Draghi, adesso si è accorto anche che esistono i lavoratori a cui nessuno regala molto, anzi nulla... e per questo si sente a disagio!