Lo scorso venerdì, la Corte Penale Internazionale (CPI) dell'Aia ha stabilito che la sua competenza possa estendersi anche ai Territori palestinesi occupati da Israele nel 1967.

In base a ciò, la CPI potrà indagare su presunti crimini di guerra commessi da Hamas e Forze armate israeliane a Gaza, Gerusalemme est e Cisgiordania. 

Amnesty International ha chiesto alle vittime palestinesi di possibili crimini di guerra commessi  a Gaza cosa possa significare per loro questa svolta.


Tawfiq Abu Jame è uno dei tre sopravvissuti di un attacco aereo israeliano a Gaza che il 20 luglio 2014 causò la morte di 25 membri della sua famiglia, inclusi 19 bambini. Questo è ciò che ha dichiarato ad Amnesty International:

“[Un'inchiesta], sicuramente, non porterebbe in vita i miei figli, tuttavia sono certo che devo continuare a cercare una sorta di giustizia. È scioccante per me che sei anni dopo aver perso così tanti membri della mia famiglia e la mia casa quell'impunità regni sovrana per coloro che sono implicati in tale tragico crimine. [...] Poiché non potremo mai avere giustizia nei tribunali israeliani, la CPI rappresenta la nostro unica speranza per quanto finora ci è stato negato".


Tra il 1 e il 4 agosto 2014, le forze israeliane bombardarono un'area densamente popolata di Rafah, città nella striscia meridionale di Gaza. Almeno 135 civili, tra cui 75 minori, furono  uccisi. Tra costoro vi era anche la diciassettenne Asil Abu Mohsen. Il padre di Asil, Saleh Abu Mohsen, ha detto ad Amnesty International:

“Un'indagine della Corte Penale Internazionale ... rimane essenziale per comprendere ciò che significa giustizia. Prima di venire a conoscenza di una potenziale indagine della CPI sui crimini di Israele, mi ero rassegnato alla prospettiva che nel corso della mia vita non ci sarebbe stata giustizia per il crimine commesso contro mia figlia Asil e contro molti altri palestinesi. Devo dire che l'unica giustizia che potremo ottenere sarà attraverso la Corte penale internazionale, poiché nessuna giustizia potrà essere ottenuta attraverso i tribunali israeliani. ... Le vittime come noi diventano numeri senza volto, ma è tempo che le nostre voci vengano ascoltate e che la nostra sofferenza venga riconosciuta".


Amnesty International ha chiesto alla Corte penale internazionale di attivarsi con urgenza presso le comunità in Cisgiordania, informando dei loro diritti possibili vittime, invitandole a presentare i loro casi alla CPI.