"È il momento della responsabilità: ai medici e agli scienziati spetta stabilire l'eventuale nesso tra il vaccino, altri farmaci assunti e tutte le circostanze che hanno portato a questo terribile evento.Al Ministero della Salute, all'Agenzia del Farmaco, all'Istituto di Sanità, al Comitato tecnico scientifico la responsabilità di dire una parola chiara, definitiva e irreversibile sull‘uso di AstraZeneca. Un siero che ha cambiato almeno cinque volte in tre mesi la sua destinazione: solo sotto i 50 anni, poi sospeso, poi solo sopra i 60, poi per tutti. Sì, perché la possibilità di utilizzare AstraZeneca per tutti su base volontaria non è un'invenzione delle Regioni o di qualche dottor Stranamore: è un suggerimento che arriva dai massimi organi tecnico-scientifici per aumentare il volume di vaccinazioni, e quindi evitare più morti. Perché più corrono veloci i vaccini, più cittadini ricevono in fretta la prima dose, meno persone muoiono.Ora da Roma si esprimano senza ambiguità: ritengono che aumentare le vaccinazioni, e dunque usare anche AstraZeneca di cui abbiamo milioni di dosi, sia necessario per salvare vite umane? E allora si assumano la responsabilità di dirlo chiaramente, senza mettere sotto accusa chi segue le indicazioni in tal senso. Oppure, si ritiene di fare a meno di AstraZeneca, pur rallentando le vaccinazioni, perché è considerato troppo rischioso? Lo devono dire gli scienziati a Roma, una volta per sempre. RESPONSABILITÀ e CHIAREZZA. Per fare in modo almeno che questa drammatica morte non sia stata vana".

Così si è espresso il presidente della regione Liguria,  Giovanni Toti, a seguito della morte di Camilla Canepa, una ragazzina di 18 anni di Sestri Levante che è stata colpita da una trombosi al seno cavernoso dopo essersi vaccinata con AstraZeneca all'open day del 25 maggio, organizzato per l'appunto dalla regione liguria.

La ragazza si era presentata al pronto soccorso dell'ospedale San Martino di Genova il 3 giugno scorso, accusando mal di testa e fastidio alla luce. Sottoposta ad esami accurati, compresa una tac, è stata dimessa.

Il 5 giugno la ragazza si è presentata nuovamente al pronto soccorso, denunciando problemi motori ad una parte del corpo. La nuova tac ha mostrato la gravità delle sue condizioni e la 18enne è stata immediatamente trasferita al reparto di Neurochirurgia, dove è stata sottoposta ad un intervento chirurgico che, è quasi inutile ricordarlo, non è riuscito a salvarle la vita.

Per altre due donne, una in Liguria e un'altra in Toscana, è stato registrato lo stesso esito in seguito alla vaccinazione con Vaxzevria, per il quale l'Ema aveva espresso parere favorevole.

L'Aifa, il 26 maggio scorso, dichiarava che quel vaccino era raccomandato agli over 60, mentre già a fine aprile l'Ema raccomandava che, in una condizione di bassa circolazione del virus che provoca la Covid, il rapporto beneficio rischio non era più a favore del vaccino AstraZeneca con il progressivo abbassamento dell'età.

A questo punto, rimane da capire chi abbia dato il via libera ai cosiddetti open day basati su AstraZeneca, senza raccomandazioni di sorta per la somministrazione dei vaccini, visto che delle indicazioni di base sul suo utilizzo già esistevano, oltre a quelle in ordine sparso di alcuni medici e biologi che invitavano a fare molta attenzione in relazione alla sua inoculazione.

L'aspetto della vicenda che adesso lascia ancor più perplessi è il fatto che una parte di coloro che dicevano che il numero di casi avversi fosse ininfluente rispetto al numero di persone vaccinate adesso si è accorto che quando qualcuno muore i numeri diventano persone e quando le persone, anche se sono poche, muoiono per un vaccino che non avrebbero dovuto prendere, la faccenda diventa inaccettabile... ancor di più quando a morire sono diciottenni.

In Danimarca, ad esempio, quest'ultima considerazione l'avevano già capita da tempo e avevano deciso di non utilizzare vaccini non mRNA.  Adesso il Cts è "in riunione" e ci informerà di come non dovrà essere utilizzato AstraZeneca (nonostante fosse già chiaro in precedenza)... al di là che ci sia ancora qualcuno che accetterà di farselo inoculare.

Rimane un'ultima questione in relazione al "mitico" generale Figliuolo di cui adesso nessuno parla, ma che prima o poi non mancherà di essere tirato in ballo in relazione agli open day. Basta attendere.

Da capire, infine, se qualcuno si assumerà la responsabilità di ciò che è successo, anche se, pare di capire, lo scaricabarile sia già iniziato.