In questi giorni, l'Agenzia Ansa sta organizzando dei forum dove alterna i leader dei vari partiti per far loro illustrare gli indirizzi politici futuri e la loro posizione sui temi su cui verte il dibattito politico in questo momento.

Oggi è stato intervistato il leader di Azione, Carlo Calenda. Di quanto ha dichiarato, due gli aspetti interessanti che aiutano a capire lo stato dell'arte della politica in Italia.

Il primo riguarda le prossime politiche:

"Il copione delle elezioni 2023 - ha detto Calenda - non è già scritto ma noi siamo pronti con +Europa ad andare al voto con l'attuale legge elettorale, per poi chiedere a Fi e al Pd ed anche alla sinistra, se ci stanno, a lavorare ad un nuovo progetto di larghe intese guidato ancora da Mario Draghi che considero la persona giusta".

Il secondo, il salario minimo:

"Io sono favorevole al salario minimo, perché oggi uno dei mali occidentali sono le persone che lavorano ma sono povere e questo è inaccettabile. Va fissato un salario minimo, non per legge, ma con criteri di determinazione fissati da tecnici indipendenti e non dalla politica".

Perché definire interessanti un paio di affermazioni di Calenda? Perché entrambe dimostrano il livello (basso) raggiunto dalla politica in Italia. 

In pratica, secondo Calenda, gli italiani dovrebbero andare a votare alle prossime politiche per poi far governare Draghi. È questa l'affermazione implicita di Calenda, che ha coinvolto pure altri partiti nella sua ipotesi, considerando che Draghi non essendo schierato con alcuna forza politica, non farebbe altro che approvare quel che a lui parrebbe al momento più opportuno. 

Ma nel caso si dovesse verificare ancora una volta quanto sta accadendo adesso, perché gli italiani dovrebbero scomodarsi per andare a votare delle persone che in Parlamento approverebbero solo ciò che Draghi, in base a valutazioni personali, ritenesse di volta in volta utile e conveniente?

Questo Calenda non lo ha spiegato, anche perché non gli è stato chiesto... un peccato, perché la responsabilità del politico, per lui, non sembra esistere come dimostra anche l'altra ipotesi di far indicare il salario minimo da tecnici indipendenti. 

Ma se il Governo del Paese deve essere affidato a dei tecnici con a capo Draghi, che nessuno ha votato e di cui nessuno conosce indirizzi e programmi, perché dovremmo dare 15mila euro al mese a Calenda e ad altri come lui solo per stare seduti in Parlamento ad approvare supinamente ciò che di volta in volta viene loro presentato?

Il supponente Calenda, sempre puntuale nell'indicare errori e mancanze dei suoi avversari, questo non lo ha spiegato.


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