Si è tenuta martedì la prima delle tre sessioni in cui la candidata alla Corte Suprema Usa, il giudice Amy Coney Barrett, dovrà rispondere alle domande dei senatori della Commissione Giustizia del Senato, prima del voto dell'Aula che dovrà confermare o respingere la sua nomina. 

Come è andata la prima giornata? 

Incalzata dai senatori democratici per sapere come avrebbe deciso in relazione a casi che riguardassero  aborto, elezioni, matrimonio tra persone dello stesso sesso, Obamacare... la Barrett non ha risposto in merito, affermando che il suo ruolo non è un ruolo politico, che non ha un'agenda politica e, per tale motivo, non avrebbe potuto dare risposte in cui indicava un proprio orientamento preconcetto. Ha dichiarato di non essere una pedina di Trump e che le sue valutazioni avrebbero potuto riguardare solo casi specifici una volta esaminati e sarebbero state comunque strettamente solo di carattere legale.

In pratica, non ha risposto ad alcuna domanda, evitando di esporsi su questioni legali, ma dimostrando di avere padronanza della materia. 

"I giudici non possono svegliarsi un giorno e dire: 'Ho un programma... mi piacciono le pistole, odio le pistole, mi piace l'aborto, odio l'aborto', e di prepotenza imporre la loro volontà al mondo", ha detto la Barrett provocando l'esasperazione dei senatori democratici che insistentemente hanno cercato di metterla in difficoltà.

Considerando quanto accaduto martedì è improbabile che nei prossimi due giorni l'andamento della discussione possa cambiare e, a meno di sorprese dell'ultimo momento, è difficile che i democratici possano impedirne la nomina, anche se la maggioranza a favore della Barrett potrebbe essere molto risicata.