Le opposizioni al governo: ritiri il primo comma dell'art. 434 bis di riforma del Codice Penale, una norma da Stato di Polizia
Giorgia Meloni dichiara:
"Piena soddisfazione per le misure approvate in Consiglio dei Ministri. Sono fiera che il primo provvedimento contenga una norma sulla lotta alla criminalità organizzata. Significativi cambiamenti su giustizia, sicurezza, salute: primi segnali che mostrano il rispetto del nuovo Governo nei confronti degli impegni presi con i cittadini. Avanti, insieme, per un'Italia più giusta".
Gli fa eco l'altra gamba dell'estrema destra di governo, Matteo Salvini:
"Un PD ormai in confusione totale difende illegalità e rave party abusivi, chiedendo al governo di cambiare idea. No! Indietro non si torna, le leggi finalmente si rispettano".
Il problema, per gli estremisti destra, è molto semplice: o non si rendono conto di ciò che scrivono oppure se ne rendono conto benissimo... difficile dire quale delle due possibilità sia da considerarsi più grave.
Questi i rilievi alla norma supposta anti-rave da parte delle principali forze di opposizione.
Carlo Calenda, Azione:"Sono decisamente contrario ai Rave illegali, ma una nuova fattispecie di reato si scrive ponderandola bene, non così a cavolo per fare “la dura”. È la differenza tra partecipare ad un talk show e stare al Governo".
Enrico Letta, Partito Democratico:
"Il Governo Meloni ritiri il primo comma dell'art. 434 bis di riforma del Codice Penale. È un gravissimo errore. I rave non c'entrano nulla con una norma simile. È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione".
Il commento di Giuseppe Conte, Movimento 5 Stelle, evidenza più nel dettaglio i termini del problema:
"UNA NORMA DA STATO DI POLIZIA.Nel decreto-legge adottato ieri dal Governo compare una nuova fattispecie di reato.Premetto che io stesso, nel mio post di ieri avevo aperto ad “azioni mirate a maggiore prevenzione e contrasto dell'illegalità” per contrastare raduni che creano, oggettivamente, problemi di ordine pubblico e sicurezza, anche a garanzia dell'incolumità degli stessi partecipanti.Ma il modo con cui si è intervenuti è raccapricciante. Viene punito, sino a 6 anni, chi promuove, ma anche chi partecipa a un raduno che comporti invasione di edifici o terreni e coinvolga un numero superiore a 50 persone e dal quale può derivare un pericolo per l'incolumità pubblica o la salute pubblica.L'intera struttura del reato appare basata su un pericolo (“può derivare un pericolo”) del tutto remoto con il risultato che la medesima offensività della condotta, già in ipotesi, risulta fortemente attenuata. Peraltro non ha precedenti nel nostro ordinamento un reato plurisoggettivo necessario che colpisca più di 50 persone riunite. Senza dire dell'arbitrarietà di questo numero (50 persone riunite non commettono reato, 51 persone sì). La punizione è del tutto abnorme. Il Governo dimostra la sua totale intolleranza per i nostri giovani che si riuniscono in campagna o in un edificio sino al punto di punirli con una pena superiore a quella prevista per i reati pur gravi di pubblici funzionari che alterano le gare pubbliche (art. 353 e 353 bis c.p.) o per il reato di frode nelle pubbliche forniture (art. 356 c.p.) che viene commesso, ad esempio, da chi fornisce cemento armato depotenziato, all'origine del crollo di ponti e scuole.In conclusione, questa norma non ha nulla a che vedere con il diritto penale. Questa norma è un docile strumento che, per la sua genericità, consentirà un esercizio discrezionale alle autorità preposte alla sicurezza e all'ordine pubblico. Si applicherà anche ai raduni negli edifici, quindi nelle scuole, nelle fabbriche, nelle università.Ci aspettavamo come primo atto del Governo un intervento per il caro-bollette e per il caro-prezzi. Nulla di tutto questo. Abbiamo invece una esibizione muscolare di un governo impregnato di una ideologia iniquamente e soverchiamente repressiva. Questa è una norma da “stato di polizia”. La Meloni ha dichiarato di non avere simpatie per il regime fasciste. Ma la sua cultura non è distante. Ci batteremo per contrastare questa deriva con tutte le nostre forze.P.S. Ieri, durante la conferenza stampa, il Presidente del Consiglio e il Ministro dell'interno hanno giustificato il raduno di Predappio dicendo che è questione diversa. Dovrebbero saperlo che quel raduno configura il reato di apologia del fascismo, punito con la reclusione ai sensi dall'art. 4 della legge n. 645/1952, quale modificato nel 1993. I prefetti e le forze di polizia hanno l'obbligo di intervenire per impedire condotte che configurano reati. Doppia morale?"
L'inconsapevole ministro dell'Interno, responsabile dell'aborto legislativo sopra descritto, ha ritenuto di correre ai ripari rilasciando sull'argomento un'intervista al Corriere:
"Credo sia interesse di tutti contrastare i rave illegali. Trovo invece offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti, in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento. In ogni caso la conversione dei decreti si fa in Parlamento, non sui social. In quella sede ogni proposta sarà esaminata dal governo. ... L'obiettivo di queste norme approvate dal Consiglio dei ministri è allinearci alla legislazione degli altri Paesi europei anche ai fini di dissuadere l'organizzazione di tali eventi che mettono in pericolo soprattutto gli stessi partecipanti – ricordo che a Modena si ballava in un capannone pericolante e si rischiava una strage – e finiscono per tenere in scacco intere zone, pregiudicando attività commerciali e viabilità. Dobbiamo garantire, in primo luogo che i giovani possano divertirsi senza esporsi a pericoli per la loro incolumità e poi tutelare gli imprenditori che subiscono la concorrenza di chi agisce in spregio a qualsiasi regola".
Ma se a normativa vigente era già possibile intervenire contro il rave party di Modena... che bisogno c'era di una legge mal scritta, la cui interpretazione - a detta di giuristi e costituzionalisti di qualunque orientamento - va ben al di là del contrasto ai rave party?