Cultura e Spettacolo

Sanremo senza musica? I discografici contro il bando comunale: "Rimarranno solo i fiori!"

Sanremo senza musica? I discografici contro il bando comunale: Rimarranno solo i fiori!

Il Festival di Sanremo, quel sacro tempio della musica italiana che ha accompagnato le notti di milioni di italiani con melodie e testi indimenticabili, si trova ora a un crocevia di incertezze e inquietudini. Dopo decenni di un’amorevole, seppur a volte tumultuosa, relazione con la Rai, il destino del Festival è ora appeso a un filo, un filo che si è spezzato con la sentenza del Tar della Liguria. E così, il nostro amato Festival, che ha visto passare sul suo palco nomi illustri e talenti emergenti, potrebbe ora ritrovarsi a vagare in un mare di emittenti come un pesce fuor d'acqua, alla ricerca di una nuova casa.

La notizia dell'apertura a nuove emittenti, un gesto audace del sindaco Alessandro Mager, è stata accolta con un misto di entusiasmo e smarrimento. Una manifestazione di interesse, si dice, per l’organizzazione e la trasmissione del Festival. Ma chi crederebbe che, dopo settant'anni di onorato servizio, la Rai possa essere abbandonata come un vecchio compagno di viaggio? È un po' come se, dopo aver condiviso un lungo cammino, ci si ritrovasse a dire: “Grazie, ma ora voglio provare con qualcun altro”. Ma chi, o cosa, potrà mai sostituire quel colosso che ha curato la kermesse con la dolcezza di un genitore affettuoso?

Ecco che si fa avanti la questione economica. La bellezza di un corrispettivo minimo di 6,5 milioni di euro e dell'1% dei ricavi pubblicitari suona come una dolce melodia per alcuni e come un avviso di sfratto per altri. In un’epoca in cui la musica è spesso relegata a sottofondo di spot pubblicitari e le canzoni si trasformano in jingle, convincere una rete a investire questa somma per un evento che può trasformarsi in un flop è come chiedere a un avvocato di prendere un giorno di ferie: improbabile, se non impossibile.

Alzi la mano chi ha il coraggio di affrontare la sfida! Mediaset? Pier Silvio Berlusconi ha dichiarato, con la nonchalance di un amante che si ritira dopo una brutta lite: “Spero che rimanga in Rai.” Un chiaro segnale di resa, come un gladiatore che, invece di combattere, decide di ritirarsi dall'arena. E Discovery? I dirigenti, tra un caffè e l’altro, non escludono un interesse, ma ammettono che gestire il Festival di Sanremo potrebbe rivelarsi un’operazione a dir poco rischiosa. Insomma, un panorama avaro di coraggio e ricco di timori, dove la sola idea di prendere in mano le redini di un evento così carico di storia e aspettative fa tremare le gambe.

Il Festival, lo sappiamo bene, ha bisogno della Rai come l’aria che respiriamo. Certo, ci sono stati momenti di crisi, di scivoloni e di scelte discutibili, ma la Rai ha saputo dar vita a un palcoscenico in cui la musica possa brillare. Se dovesse passare a un’altra emittente, c’è il serio rischio che Sanremo diventi un circo mediatico, dove i fiori e le coreografie si mangiano la scena e la musica diventa solo un accessorio, come un bracciale di plastica in un mercatino dell’usato.

E, a questo punto, viene da chiedersi: cosa succederà davvero? L’idea di un accordo proficuo tra Rai e Comune potrebbe rivelarsi la soluzione migliore, ma il coraggio e il buon senso sembrano merce rara in questi tempi. Non è semplice, certo, ma a volte bisogna avere il coraggio di mettere da parte l’orgoglio e mettere in primo piano la musica.

In conclusione, la possibilità che il Festival di Sanremo lasci la Rai è un tema che continua a far discutere, come il sapore di un caffè scadente. La sfida è aperta e, mentre si spera in un futuro luminoso, è fondamentale tenere a mente che l’anima di Sanremo è e deve rimanere la musica. Se non si fa attenzione, potremmo trovarci a festeggiare un evento che, invece di vibrare di emozioni, sarà solo un contenitore vuoto, un palcoscenico privo di vita. La musica deve continuare a essere l’anima di Sanremo, altrimenti assisteremo a uno spettacolo che, anziché emozionare, ci lascerà con l’amara sensazione di un vuoto incolmabile. E, in questo caso, il silenzio sarà l’unico suono che risuonerà in una sala altrimenti affollata di fiori e luci.

Autore Gianluca Paganotti
Categoria Cultura e Spettacolo
ha ricevuto 348 voti
Commenta Inserisci Notizia