"Non posso non partire dal ringraziare il Primo Ministro Modi e tutta la Nazione per la splendida accoglienza che abbiamo ricevuto in questa nostra visita, non solo a testimonianza di una ospitalità che è famosa nel mondo ma anche della profonda amicizia che lega le nostre due Nazioni..."

Così Giorgia Meloni si è rivolta alla stampa per commentare l'incontro avuto con il Primo Ministro dell'India, Narendra Modi, alla Hyderabad House.

Poi, dopo aver parlato di relazioni diplomatiche e visioni future la premier ha affermato che 

"ci sono tra Italia e India molte similitudini. Siamo due penisole, siamo due culture millenarie e Stati relativamente più giovani, siamo Nazioni che si sono battute per la loro indipendenza, per la loro libertà, credo che ci siano anche molti elementi di vicinanza nella nostra visione, nel valore che riconosciamo, che ciascuno di noi riconosce alla tutela dell'identità, della specificità come condizione base anche per difendere i diritti dei propri popoli e quindi c'è molto materiale sul quale lavorare insieme a partire da alcuni settori sui quali vorremmo rafforzare la nostra cooperazione". ...Abbiamo ovviamente da questo punto di vista scelto, come ricordava il Primo Ministro, di annunciare l'adesione dell'Italia all'Indo-Pacific Oceans' Initiative proprio perché crediamo che in un contesto internazionale che deve essere basato sulle regole e sul rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale sia fondamentale la stabilità e la visione di un Indo-Pacifico aperto e rispettoso delle regole della sovranità e dell'integrità delle Nazioni.

Come si vede dai passaggi del suo intervento, la Meloni - che ha parlato anche di future collaborazioni economiche e commerciali tra i due Paesi - ha insistito più volte nel far risaltare il nazionalismo, aspetto che caratterizza la politica degli attuali governi di Italia e India, concludendo così il suo intervento:

"Credo che davvero ci sia un grande lavoro che possiamo fare insieme e chissà che questo non mi porti a raggiungere le vette di consenso del Primo Ministro Modi che come si sa è il più amato al mondo. Non ho la presunzione di arrivare allo stesso obiettivo ma sicuramente dimostra una grande capacità di leadership per la quale gli faccio le mie congratulazioni".

Sembra di ascoltare Berlusconi quando, in visita in Bielorussia, osannava il dittatore Lukashenko!

Il parallelismo non è fuori luogo. L'ultranazionalista Modi è tutt'altro che un leader illuminato ed il suo consenso è basato anche nell'aver esasperato la contrapposizione tra indù e musulmani, cercando di far diventare questi ultimi cittadini di serie b. 

Per chi non sapesse chi sia Modi, può essere utile questo breve promemoria.

Nel 2014, all'età di sessantatré anni, è stato eletto Primo ministro dell'India.  Appena Modi è salito al potere, ha fatto modificare il metodo di calcolo del PIL, permettendo di gonfiare artificialmente i dati di crescita. I settori bancario e ferroviario hanno iniziato ad essere privatizzati. I bilanci già molto bassi per la sanità e l'istruzione (rispettivamente 1,2% e 0,6% del PIL) sono stati tagliati, così come altre spese sociali: sussidi all'occupazione, stanziamenti per le mense scolastiche, piani per l'accesso all'acqua potabile. Per quanto riguarda il diritto del lavoro, le modifiche approvate nel 2018 limitano ulteriormente le attività sindacali e tendono ad agevolare i licenziamenti e ad estendere l'orario di lavoro settimanale dei dipendenti. L'India è passata dal 140º al 177º posto tra il 2016 e il 2018 nell'Environmental Performance Index compilato dai ricercatori delle università di Yale e Columbia. In particolare, lo studio evidenzia il "preoccupante" deterioramento della qualità dell'aria (fonte Wikipedia).

Se poi si desideri avere gli ultimi aggiornamenti sulla "leadership" di Modi tanto apprezzata dalla Meloni, c'è questo recente articolo della giornalista Kavita Chowdhury, Modi Regime's Prickliness to Criticism Is Growing.

Per concludere, da notare quanto sia contraddittorio ciò che ha detto anche oggi la premier italiana nel voler parlare di cooperazione, promuovendo però il nazionalismo alla base della sua ideologia post-fascista.

I motivi sono diversi e ben noti.

Il nazionalismo porta alla discriminazione e alla marginalizzazione delle persone che non fanno parte della nazione dominante, incoraggiando intolleranza e conflitti, portando a tensioni politiche e sociali e in alcuni casi anche a guerre. Per questo, il nazionalismo può ostacolare la cooperazione internazionale e la risoluzione dei problemi globali, poiché promuove l'idea che gli interessi nazionali siano più importanti. Questo può impedire la collaborazione tra i paesi per risolvere questioni come i cambiamenti climatici, le pandemie o la povertà. E come non citare le politiche economiche protezioniste, che limitano il commercio internazionale e ostacolano la crescita.

Già solo per queste ragioni, il nazionalismo è da considerarsi una visione del mondo pericolosa e da condannare... e nonostante ciò è la strada che l'Italia post-fascista sta imboccando, nel disinteresse di gran parte della pubblica opinione e della stampa.

È la strada percorsa dall'India di Modi, che Giorgia Meloni vuole imitare.