Politica

L'inutile teatrino di Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen in visita a Lampedusa

In occasione della visita della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Lampedusa, Save the Children esortava  le istituzioni a mettere in campo una risposta coordinata tra gli Stati Membri dell'Unione Europea basata sui diritti umani, considerando che tra coloro che cercano di arrivare e arrivano in Europa, oltre ai minori, vi sono persone sopravvissute a violenza di genere e vittime di tortura e trattamenti inumani e degradanti.

Per Save the Children, la UE e i Paesi Membri devono cooperare e coordinarsi per soccorrere le persone in difficoltà nel Mediterraneo, a partire dalla messa in campo di un sistema europeo strutturato di ricerca e soccorso in mare,  agendo nel rispetto dei principi del diritto internazionale e dando una risposta congiunta che dimostri la solidarietà europea sancita nei suoi valori fondamentali.

Che cosa hanno detto invece le due leader nella conferenza stampa che doveva riassumere il senso della visita di entrambe a Lampedusa? L'esatto contrario, ma anche niente di nuovo, niente che già non sapevamo.

Ecco alcuni passaggi delle loro dichiarazioni.

Giorgia Meloni: "È molto importante per me essere qui oggi. L'immigrazione illegale è una sfida europea che ha quindi bisogno di una risposta europea. ... Qui è in gioco il futuro dell'Europa che dipende dalla capacità che la stessa ha di affrontare le sfide del nostro tempo. La presidente Von der Leyen l'ho trovata collaborativa dall'inzio del nostro lavoro. ... Di fronte ai flussi che l'Italia sta affrontando non risolveremo mai parlando di come ridistribuire i migranti. L'unico modo per affrontare il problema è fermare le partenze dei migranti irregolari. Serve una efficace operazione navale europea per contrastare l'immigrazione illegale. Credo che anche un coinvolgimento delle Nazioni unite sia assolutamente necessario. Al prossimo Consiglio europeo di ottobre confido che le soluzioni arriveranno, sono ottimista che la posizione italiana si ampiamente condivisa".

Ursula von der Leyen: 
"È molto importante per me essere qui oggi. L'immigrazione illegale è una sfida europea che ha quindi bisogno di una risposta europea. ... Tutte le persone coinvolte stanno vivendo una situazione che non hanno creato loro. Molti vengono qui semplicemente per la sua collocazione geografica. ... Voglio essere molto chiara: abbiamo un obbligo, saremo noi a decidere chi arriva in Europa e a quali circostanze, non i trafficanti. È molto importante respingere le richieste di asilo infondate, chi non ha diritto a ricevere asilo deve tornare nel proprio paese. L'Italia può contare sull'Unione europea".

Nel teatrino allestito da Meloni per far vedere che qualcosa era in grado di fare per contrastare l'immigrazione, per far credere che stesse rispettando le sue (assurde) promesse elettorali, la presidente della Commissione Ue e la presidente del Consiglio hanno affermato di essere entrambe d'accordo su quanto avrebbe fatto l'Italia e su quanto avrebbe fatto l'Europa per fermare il flusso dei migranti, salvo che le proposte di entrambe non hanno alcun punto in comune... una perfetta rappresentazione delle convergenze parallele di Aldo Moro.

La von der Leyen ha presentato l'ennesimo piano in 10 punti che contiene soluzioni che sono soprattutto auspici e impegni  di facciata, come la missione Ue in Africa per trovare accordi con i vari Paesi per operazioni di rimpatrio. L'unica cosa concreta è il supporto di Frontex, per accelerare la fase di identificazione di coloro che arrivano.

Meloni, da parte sua, ha ripetuto le stesse "menate" a partire dal blocco navale e dal nuovo decreto con cui vuole "ingabbiare" i migranti che arrivano in strutture che non esistono per tutto il tempo necessario all'identificazione e al rimpatrio nel caso non siano riconosciuti come rifugiati. Il governo non ha neppure gli occhi per piangere, figuriamoci se ha i soldi per fare quello che Meloni ha annunciato... ci vogliono miliardi, tralasciando i mesi, se non gli anni, per mettere a punto le caserme dismesse, visto che le attribuzioni del problema al ministro della Difesa a questo fanno pensare.

Non solo. Nel frattempo, il governo Meloni non è stato neppure in grado di dare risposte ai sindaci sulla rete di accoglienza per i minori non accompagnati, al momento troppi, in modo da assicurare quanto stabilito dalla legge 47/17.

Da aggiungere che nella conferenza stampa, un giornalista ha chiesto spiegazioni a Meloni del blocco navale, come dovesse essere applicato. Che cosa ha risposto la premier? Non ha risposto.

O meglio, ha tirato in ballo la missione Sophia, istituita dopo il naufragio di un'imbarcazione che ha causato la morte di oltre 800 persone, per dire che era da considerare come un fattore di attrazione per l'arrivo di migranti e che lei avrebbe voluto attuare le altre fasi della missione a cui non è stato dato seguito.

Quali erano?

L'operazione era suddivisa in quattro fasi:

Fase Uno, volta a dispiegare le forze e raccogliere informazioni sul modus operandi dei trafficanti e contrabbandieri di esseri umani.Fase Due, durante la quale gli assetti della Task Force potranno procedere, nel rispetto del diritto internazionale, a fermi, ispezioni, sequestri e dirottamenti di imbarcazioni sospettate di essere usate per il traffico o la tratta di esseri umani. Tale fase è stata a sua volta suddivisa in una fase in alto mare, attualmente in corso, ed una in acque territoriali libiche, che potrà iniziare a seguito di una Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e dell'invito del relativo Stato costiero.Fase Tre, volta a neutralizzare le imbarcazioni e le strutture logistiche usate dai contrabbandieri e trafficanti sia in mare che a terra e quindi contribuire agli sforzi internazionali per scoraggiare gli stessi contrabbandieri nell'impegnarsi in ulteriori attività criminali. Anche questa Fase necessita di Risoluzione del'ONU e del consenso e cooperazione da parte del corrispondente Stato costiero.Fase Quattro, che prevede il re-deployment.

Quanto sopra riportato è stato scritto dalla Marina Militare italiana e non prevede alcuna operazione che sia identificabile con un "blocco navale", riconosciuto invece come atto di guerra.

Ma per la propaganda (post) fascista, questi sono dettagli. L'importante è far credere a degli sprovveduti (italiani) che sua Eccellenza Giorgia Meloni stia facendo tutto quel che c'è da fare nel migliore dei modi possibili. E questo è vero... ma solo se si aggiunge... per far danno a chiunque, ma non certo a se stessa.

Autore Ugo Longhi
Categoria Politica
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