Dopo aver ascoltato uno qualunque dei monologhi della premier è inevitabile chiedersi: ma madame Giorgia c’è o ci fa?

La sorellastra d’Italia, infatti, da prova di una straordinaria attitudine a spacciare le fandonie per realtà, a manipolare i fatti per raccordarli ai suoi obiettivi, a ribaltare il significato delle parole per adattarle alla sua verità di comodo.

Abilità, queste, che nel teatrino della politica la candidano ad essere la più scaltra prestidigitatrice della comunicazione.

Gli ultimi suoi giochi di prestigio madame Meloni li ha esibiti dopo la telefonata intercorsa con Sergio Mattarella al termine del discorso augurale di fine anno.

È sufficiente leggere il comunicato stampa di Palazzo Chigi per rilevare il primo baldanzoso gioco di prestigio con il quale si è presentata la nostra prestidigitatrice.

“La premier ha apprezzato il richiamo del Capo dello Stato al valore fondante del patriottismo” (Sic!).

Con questo  “apprezzamento” madame Meloni ha tentato di servirsi delle parole di Mattarella per contrabbandare l’idea che il Capo dello Stato intendesse sdoganare l’aberrante sovranismo “dio, patria e famiglia” che lei, con i camerati Salvini e Oberdan, insistono nel chiamare patriottismo.   

Eh! No ! Mattarella non ha per nulla accennato al “valore fondante del patriottismo”, ha semplicemente citate alcune situazioni che lui considera atti di patriottismo

  • quello dei medici del pronto soccorso che svolgono il loro servizio in condizioni difficili e talvolta rischiose;
  • quello degli insegnanti che con passione si dedicano alla formazione dei giovani;
  • quello di chi fa impresa con responsabilità sociale ed attenzione alla sicurezza;
  • quello di chi lavora con professionalità e coscienza;
  • quello di chi studia e si prepara alle responsabilità che avrà presto;
  • quello di chi si impegna nel volontariato;
  • quello degli anziani che assicurano sostegno alle loro famiglie;

ma soprattutto a madame Meloni deve essere sfuggito, o non ha colto bene l’ultimo esempio di patriottismo citato da Mattarella:

  • quello di chi, con origini in altri Paesi, ama l’Italia, ne fa propri i valori costituzionali e le leggi, ne vive la quotidianità e con il suo lavoro e con la sua sensibilità ne diventa parte e contribuisce ad arricchire la nostra comunità.

Sarebbero state sufficienti queste parole per far comprendere a madame Meloni quanto lontano sia il pensiero di Mattarella dal perverso sovranismo vagheggiato da lei e dai suoi camerati.

Conclusosi, così, con un flop il tentativo di ribaltare il senso delle parole per adattarle al suo tornaconto, dal comunicato stampa di Palazzo Chigi apprendiamo che nel corso della telefonata madame Meloni avrebbe manifestato a Mattarella di: 

“condividere il richiamo ai positivi segnali macroeconomici, in particolare sull’export e sull’occupazione”.

Già, però il Capo dello Stato nel suo discorso ha fatto riferimento anche a:

“…Resistono tuttavia aree di precarietà, di salari bassi, di lavoratori in cassaintegrazione”.

Poiché precarietà, salari bassi, lavoratori in cassaintegrazione sono rilevatori che gettano angosciose ombre sull’azione del governo Meloni, ecco che tutta la fratellanza d’Italia non solo li ignora ma con il solito gioco di prestigio li nasconde intenzionalmente nel magico cilindro della prestidigitatrice fingendo che tutto sia stupefacente! Evviva!!!