Cronaca

Parrocchie accorpate, Messe soppresse. Diminuisce il numero dei preti, certamente, ma anche quello dei fedeli non scherza: per arginare crisi si offrono i preti sposati

Un documento del vescovo di Alba (CN), mons. Marco Brunetti, offre «orientamenti e indicazioni» sulle Assemblee festive nel giorno del Signore, per far fronte alla difficoltà di assicurare la Messa domenicale sempre e ovunque. La notizia riportata dal sito lanuovabq.it è stata commentata dal Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati.... "Crisi gravissima nella Chiesa Cattolica che rischia seriamente il collasso. Abbiamo bisogno di forze nuove e i preti sposati sono già pronti a rientrare in servizio. Basta solo un semplice cambio di normativa che li riaccolga nelle Chiese permettendo loro di celebrare i sacramenti".

Di seguito il testo della notizia:

«Il diminuire dei sacerdoti, con il conseguente aumento del numero delle Comunità affidate ad un solo Parroco, fanno sì che diventi sempre più difficile garantire l’Eucaristia festiva in tutte le Parrocchie», scrive il presule, evidenziando peraltro un problema comune a molte diocesi. Il testo si compone di 16 pagine, alcune delle quali dedicate alla struttura della Liturgia festiva della Parola in assenza di celebrazione eucaristica.

In sintesi: meno Messe e meno dispersione di energie dei pochi sacerdoti, preferibilmente accorpando laddove possibile o introducendo una rotazione nelle comunità vicine ed evitando celebrazioni contemporanee, più o meno alla stessa ora. A tal fine si vietano tutte le Messe domenicali non parrocchiali, cioè «nelle cappelle, nelle case di cura e di riposo», valutando «una eventuale liturgia della Parola con la Comunione eucaristica» per anziani e ammalati.

Il presule evita qualsiasi possibile confusione, sottolineando che «le celebrazioni festive della Parola vanno sempre considerate del tutto straordinarie. La sola Liturgia domenicale della Parola dovrebbe essere un’eccezione. Essa ha un carattere di supplenza, e deve mantenere viva nella comunità una profonda “fame” della celebrazione eucaristica ed una vera attesa del sacerdote». Resta tuttavia il timore che più che "fame", a lungo andare finisca per generare disaffezione alla Messa domenicale, come ha mostrato il calo della partecipazione dopo i tre mesi di sospensione del 2020. Diminuisce il numero dei preti, certamente, ma anche quello dei fedeli non scherza.

Autore Informazione Libera
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