La data del 9 luglio, "Fish Dependence Day", è stata scelta per rappresentare simbolicamente la fine per l'Europa della possibilità di approvvigionarsi del pesce, compresi molluschi e crostacei, pescato nelle proprie acque, rendendo così necessaria l'importazione e la conseguente dipendenza dal pesce estero, fino alla fine dell'anno.

Si può ovviare? Per il WWF, che ha lanciato l'allarme sullo stato in cui versano gli oceani e il Mediterraneo, in cui ad oggi l'88% degli stock ittici monitorati risulta sovrasfruttato, la risposta è affermativa, iniziando ad adottare comportamenti di acquisto responsabili.

L'Unione europea è il più grande mercato ittico al mondo e anche il maggiore importatore di prodotti ittici, metà dei quali provengono dai paesi in via di sviluppo.

Tra gli europei, gli italiani sono tra i maggiori consumatori, con in media circa 29 kg di pesce a persona all'anno, mentre la media pro capite europea è di 22,7 kg/anno.


In base a quanto ci fa sapere Eva Alessi, responsabile del progetto Fish Forward e responsabile dei consumi sostenibili di WWF Italia: «In Italia non siamo consapevoli della nostra stretta dipendenza dalle importazioni di prodotti ittici, in particolar modo di quanto incidano quelle provenienti dai paesi in via di sviluppo.

Gli oceani di tutto il mondo sono sovrasfruttati. Basti pensare che circa il 33% degli stock ittici globali è sovrapescato mentre il 60% viene sfruttato al massimo delle proprie capacità.

Stiamo mettendo a rischio la sopravvivenza delle risorse naturali marine e con loro tutte le comunità che vivono di pesca come fonte di cibo e di reddito, dai villaggi del Mediterraneo fino agli arcipelaghi indonesiani. Si tratta di circa 800 milioni di persone.

Mai come oggi è stato di così vitale importanza mettere in atto comportamenti sostenibili per la salvaguardia degli ecosistemi marini. Il WWF è impegnato a favore di una pesca sostenibile a 360 gradi, con il coinvolgimento attivo delle aziende del settore perché si impegnino nella trasformazione delle proprie attività di approvvigionamento, e con i consumatori perché sia in grado di adottare comportamenti responsabili».


E per iniziare ad educare sulla responsabilità dei comportamenti, il WWF ha messo a disposizione un banco del pesce interattivo, dove si risponde ai vari quesiti, proprio come quando ci troviamo di fronte ad un vero banco del pesce fresco,  e dove ognuno potrà così scoprire se le proprie scelte sono sostenibili e tutto ciò che c'è da sapere per adottare misure responsabili.

Nella guida online si racconta quali siano i piccoli gesti responsabili che possiamo adottare negli acquisti di tutti i giorni, per fare la differenza, privilegiando specie locali e poco comuni, utilizzando le etichette come fonte di informazioni utili nella scelta del pesce più sostenibile, conoscendo le certificazioni, facendo attenzione alle taglie minime di ogni specie.

E quelli sopra elencati sono solo alcuni criteri su cui da oggi possiamo metterci alla prova grazie al banco del pesce interattivo di WWF.