Uno dei più grandi progetti di sviluppo urbano sostenibile della Svezia, il Royal Seaport di Stoccolma, è diventato il banco di prova per valutare l'efficacia delle soluzioni basate sulla natura (Nature-based Solutions, NbS) nel mitigare il caldo urbano. Il verdetto? Da sole, non bastano.
Un nuovo studio, pubblicato su ScienceDirect, ha analizzato in dettaglio l'impatto climatico locale di diverse NbS come parchi forestali, tetti verdi, giardini pluviali, cortili verdi e prati. I dati, raccolti tramite una rete di sensori wireless in tempo reale, hanno rivelato che le differenze di temperatura tra questi interventi sono modeste: al massimo 2°C durante l'estate, una soglia che scende nei mesi freddi. I parchi forestali si sono dimostrati i più efficaci, mentre i tetti verdi – sorprendentemente – si sono rivelati i meno performanti in termini di raffreddamento.
“Le NbS hanno potenziale, ma il loro impatto termico locale è limitato se isolate. Servono infrastrutture verdi interconnesse e su larga scala per produrre benefici climatici significativi”, afferma Timon McPhearson, autore dello studio insieme a Erik Andersson e Arthur Branny.
Il punto centrale del report è chiaro: l'efficacia delle NbS dipende dalla loro integrazione nel tessuto urbano. Soluzioni verdi isolate – come giardini pensili o aiuole urbane – non riescono a contrastare l'influenza dominante delle condizioni meteo regionali. Serve una pianificazione a scala distrettuale, con corridoi verdi, connessioni tra spazi naturali e una logica sistemica nella disposizione delle infrastrutture ecologiche.
Nonostante i limiti nel raffreddamento diretto, le NbS offrono altri servizi essenziali: gestione delle acque piovane, supporto alla biodiversità, miglioramento della qualità dell'aria e benessere psicofisico dei cittadini. Questi vantaggi vanno tenuti in conto nelle politiche urbane, sottolineano i ricercatori. Ridurre le NbS al solo parametro della temperatura è un errore strategico.
Lo studio dimostra anche l'utilità del monitoraggio in tempo reale. Le città devono dotarsi di reti di sensori, strumenti di telerilevamento e modellazione climatica urbana per prendere decisioni informate e adattare le strategie NbS nel tempo. Senza dati aggiornati, ogni sforzo rischia di essere cieco.
Infine, la morfologia urbana e il contesto regionale sono fattori determinanti. Il posizionamento strategico delle NbS rispetto ai corridoi del vento, alle zone d'ombra e ai bacini d'acqua può fare la differenza tra un impatto minimo e uno significativo.
Per urbanisti, architetti e decisori pubblici, il messaggio è netto: non basta piantare qualche albero o installare un tetto verde. Serve un approccio strategico, basato sui dati, integrato su larga scala e in armonia con il contesto urbano. Le NbS sono uno strumento importante nell'adattamento climatico, ma senza visione e pianificazione sistemica, il loro potenziale rimane inespresso.
“Il verde urbano non è decorazione – è infrastruttura critica. Ma va progettato come tale”, conclude McPhearson.