Se una nazione a regime presidenziale, grande o piccola che sia, si sceglie un pagliaccio per guidarla non può che essere vittima delle pagliacciate che, inevitabilmente, costui finirà per compiere. Anche gli Stati Uniti si sono scelti un pagliaccio, Donald Trump, che come tale non ha certo deluso le aspettative, esibendosi in una serie di pagliacciate senza soluzione di continuità. 

L'ultima, in ordine di tempo, è andata in scena la notte scorsa quando ha annunciato agli americani le misure che aveva preso per combattere la pandemia da coronavirus.

La principale riguardava il divieto di voli da e verso i Paesi dell'Unione europea, da cui veniva escluso il Regno Unito. Il divieto, però, non riguardava solo lo spostamento delle persone, ma anche quello delle merci!


Non solo. Altri provvedimenti riguardo al contenimento delle relazioni con l'Ue sarebbero stati comunicati successivamente. Una decisione che aveva quasi dell'incredibile per le implicazioni ad essa connesse, con tutte le possibili ritorsioni del caso.

Ma ecco che, dopo essergli stato spiegato magari con l'aiuto di disegnini e caramelle, Trump ha pubblicato via Twitter (!) la precisazione che le restrizioni saranno relative solo allo spostamento delle persone e non a quello delle merci.


Che un incompetente simile, che colleziona pagliacciate su pagliacciate, possa guidare un Paese come gli Stati Uniti non solo è un mistero, ma è soprattutto preoccupante.


Adesso veniamo alle decisioni prese da Trump per combattere il coronavirus negli Stati Uniti, annunciate mercoledì sera dallo studio Ovale alla Casa Bianca.  

Dalla mezzanotte di venerdì sarà vietato l'ingresso in Usa ai viaggiatori dei 26 paesi dell'area Schengen. Il divieto è esteso anche a chiunque sia stato in uno dei Paesi dell'Ue nei 14 giorni precedenti all'entrata in vigore del decreto. Dal divieto è escluso il Regno Unito che, per Trump, sarebbe definito "sicuro", ma dove persino parlamentari e ministri sono risultati affetti dal contagio coronavirus.

Trump ha poi annunciato l'intenzione di assicurare miliardi di dollari di prestiti alle piccole imprese ed ha esortato il Congresso ad approvare importanti misure di sgravi fiscali per contrastare gli effetti dell'epidemia sull'economia.

Restrizioni o divieti, a livello federale, non sono stati annunciati lasciando che a prenderli siano i singoli Stati o le singole associazioni, come dimostra il caso della NBA che ha fermato il campionato dopo che un giocatore dello Utah Jazz è risultato positivo alla Coivid-19. 

La strategia di Trump, che sarà sì un pagliaccio ma è pur sempre dotato di astuzia, è quella di scaricare su altri qualunque decisione di contenimento del virus, per evitare che queste possano avere un impatto negativo sulla sua rielezione alle presidenziali di novembre.

Ad oggi, però, gli Stati Uniti sono l'ottavo Paese al mondo per numero di contagiati che sono arrivati a 1321, con 38 morti. Inoltre, la presenza del virus è stata riscontrata in tutta la nazione e non è limitata solo ad un'area. Se a questo aggiungiamo che il numero di test negli Usa è stato finora risibile, è facile immaginare che l'epidemia sia già ormai largamente diffusa in tutti gli Stati dell'Unione. Persino le star di Hollywood non ne sono immuni, come dimostra il caso di Tom Hanks che ha annunciato in un post su Instagram di essere positivo al coronavirus insieme a sua moglie Rita.