Pietro Domenico Zucco, come ricorda il Corriere della Calabria, era il vicesindaco di Riace e apparteneva alla maggioranza che è stata sconfitta alle elezioni tre mandati fa.

Alla magistratura, Pietro Zucco è noto come prestanome della 'ndrangheta, tanto da averlo arrestato in relazione ad un'inchiesta riguadante lo sfruttamento di una cava di cui era rappresentante legale, ma la cui proprietà era riconducibile ad una persona vicina al clan Ruga Metastasio.

Non solo, nel periodo in cui era vicesindaco, Zucco, secondo quanto riporta il Corriere della Calabria, avrebbe gestito un ristorante di proprietà di una famiglia mafiosa, sequestrato dalla Dda e quindi affidato al Comune di Riace.

Un personaggio credibile, Pietro Domenico Zucco? Per chiunque, sicuramente no. Ma per il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, assolutamente sì. Per lui, Zucco è un cittadino di Riace più che credibile, dal momento che getta fango sull'operato di Mimmo Lucano, sindaco di Riace da poco sospeso dall'incarico con l'accusa di aver favorito l'immigrazione clandestina e di aver affidato un appalto senza gara e, soprattutto, responsabile di aver "inventato" il modello Riace, dove l'accoglienza fa da linea guida nel cercare di risolvere i problemi legati alla migrazione. 

Sul suo profilo Facebook, Salvini ha postato un video dell'aprile 2016 con un'intervista, realizzata da CalabriaMagnifica.it, in cui Zucco parla del "modello Riace" in termini del tutto diversi da come è stato descritto finora.


Immigrati sottopagati assunti per la raccolta rifiuti, sequestri di persona, accoltellamenti, supporto sociale negato ai residenti, insomma, il contrario di ciò che è stato propagandato come sistema virtuoso di accoglienza.

Naturalmente, le parole di Zucco non sono vere, ma il ministro dell'Interno, e bisogna sottolineare dell'Interno, non si è preoccupato di verificarle. L'importante era offrire in pasto ai propri sostenitori una pseudo verità che fosse di supporto alla narrazione del migrante cattivo e sfruttatore, aiutato da finti buoni che, va da sé, danneggiano gli italiani e i loro interessi.

Citando Salvemini, Roberto Saviano tempo fa ha definito Matteo Salvini ministro della malavita per il suo modo tutto personale di interpretare l'incarico di ministro dell'Interno. Salvini ha risposto con l'immancabile querela. Con questo "infortunio social", adesso Salvini che supporta un signore definito fiancheggiatore della 'ndrangheta darà più di un motivo al suo avversario per continuare la querelle che, nel frattempo, ha avuto anche un eco politica.

 

Per il momento il post su Facebook continua ad esser presente sul profilo di Matteo Salvini e non sono state comunicate parole di scusa, nei confronti di Lucano e degli stessi sostenitori di Salvini, ovviamente truffati a loro insaputa utilizzando una notizia falsa.

E la domanda, adesso, sorge spontanea. Quante delle notizie che Salvini pubblica sono simili a quella di Pietro Domenico Zucco?