Il secondo turno delle elezioni amministrative ha confermato quella che era la tendenza che già si era vista due settimane fa. Il centrodestra a guida leghista vince soprattutto in Toscana che una volta era una roccaforte della sinistra, i 5 Stelle fanno finta di esser contenti per aver conquistato alcune città ed il Partito Democratico continua la sua marcia inarrestabile verso il proprio annientamento... ma forse era questo il disegno inseguito dal suo ex segretario. Città come Massa, Pisa e Siena, diventate leghiste, sono il simbolo del disastro del centrosinistra.

Come detto, il Movimento 5 Stelle fa finta di far festa definendo "risultati straordinari che devono renderci molto orgogliosi" l'aver conquistato 5 delle 7 città dove erano in lizza.

La "vittoria del cambiamento", come enfaticamente da loro viene chiamata, ha interessato Avellino "storico feudo Dc", Imola "storica roccaforte emiliana del Pd", Acireale in provincia di Catania e le "riconfermatissime" Pomezia (Roma) ed Assemini (Cagliari).

"Sono risultati straordinari che devono renderci molto orgogliosi", dicono i 5 Stelle. Ma certo niente a che vedere con la marea leghista.


Il Partito Democratico, punito ulteriormente per aver dimostarto di essere ancora ostaggio di Matteo Renzi, il principale responsabile della sconfitta alle politiche del 4 marzo, invece di liberarsi del passato continua a parlare di un cambiamento radicale (Martina) che, in base a quanto auspicato da Calenda, sarebbe quello di un'alleanza con Forza Italia (il sogno di Renzi).


In questa follia non si capisce dove sia la sinistra e quale sia il suo ruolo. Ma a nessuno di questi presunti leader che la sinistra dicono di rappresentare questa banale domanda sembra interessare.

Nel frattempo, l'Italia sembra aver trovato in Salvini il suo faro. L'iperattivismo del nulla di Salvini, finalizzato esclusivamente non a trovare soluzioni ma solo a promuovere se stesso, la sua immagine, ha fatto innamorare gli italiani, che finalmente si sentono appagati solo dal fatto di sapere chi siano i nemici, di volta in volta indicati loro dal neo ministro, che finora li avrebbero affamati.

Quello che incuriosisce è capire quanto potrà continuare questa narrazione. Infatti, prima o poi anche questi accorti italiani inizieranno a stancarsi degli slogan e dei nemici e cominceranno a domandarsi dove sia il cambiamento annunciato da quando il nuovo governo si è formato.

I meno distratti hanno potuto registrare dalle parole del ministro dell'Economia Tria che per quest'anno di cambiamenti non se ne possono fare... non ci sono i soldi. Bisogna attendere il 2019, ma anche per quell'anno Tria ha ricordato che non bisogna dimenticare che l'ombrello offerto dal QE della BCE si chiuderà già da gennaio e che l'economia è, già ora, in frenata. Chi ha orecchie per intendere...

Pertanto, Salvini, oltre ai migranti, dovrà già da subito impegnarsi a trovare nuovi nemici pr distrarre l'attenzione dei suoi followers. Infatti, ed anche questo è risaputo, alla fine battere sempre sullo stesso tasto finisce per stancare.