5 Stelle e Lega, sempre più "disuniti" su tutto, hanno comunque trovato nelle ultime ore almeno un punto d'intesa comune: prendersela con il ministro dell'Economia Tria.

Per i 5 Stelle Tria è diventato un problema per la sua "consigliera" Claudia Bugno e per i suoi trascorsi renziani, a causa dei quali ha dovuto rinunciare ad entrare nel consiglio d'amministrazione di Stmicroeletronics, società per la produzione di componenti elettronici controllata al 50% dal ministero dell'Economia.

Sulla Bugno, che però continuerà la sua collaborazione con il ministro, i 5 Stelle hanno "arricciato il naso" anche per un presunto conflitto di interessi, dovuto al fatto che il figlio della moglie di Tria sarebbe stato assunto nell'azienda del compagno della consigliera del ministro.

Il ministro dell'Economia, come dichiarato al Corriere, non l'ha presa per nulla bene, denunciando gravi violazioni della sua privacy, ma negando possibili dimissioni, aggiungendo, non senza una certa perfidia: «Se andassi via dovremmo vedere quale sarebbe la reazione dei mercati».

Quanto sta accadendo è un caso? Può darsi, ma bisogna anche considerare che se così fosse avviene però in coincidenza di questioni su cui Tria è chiamato a decidere e su cui ancora non ha dato il proprio benestare.

Il DEF su cui i grillini sembrano voler costruire il proprio rilancio in vista delle europee, in base alle dichiarazioni di Di Maio, promette sgravi e incentivi per le famiglie e per chiunque possa avere un possibile peso di voti al prossimo appuntamento elettorale. Tutto bello, certo... ma i soldi?

Da settimane il Governo parla di imminenti decreti per la crescita e per sbloccare i cantieri che, secondo i rappresentanti del Cambiamento, dovrebbero consentire il rilancio dell'economia e far diventare il 2019, come anticipato dal premier Conte, un anno bellissimo.

Ma come confermato, per ultimo, anche dall'Ocse, nonostante le mirabilie di cui il Governo parla la crescita economica per l'anno in corso, ben che vada, sarà di poco superiore allo zero.

Così, il ministro Tria potrebbe essere poco propenso a pubblicare un DEF fatto di sgravi e promesse, visto che poi potrebbe essere costretto a dover fare una manovra di emergenza per scongiurare l'aumento dell'Iva per il prossimo anno. E questo non può certo far piacere ai 5 Stelle.

Ma c'è un altro problema che vede Tria come ostacolo alla propaganda dei 5 Stelle e, stavolta, anche della Lega. Si tratta del rimborso ai truffati dalle banche. A rotazione, da giorni, Di Maio e Salvini, in modo sempre più pressante, chiedono a Tria di sbloccare quei soldi, oltre un miliardo di euro, già stanziati.

In questo caso, Tria non firmerebbe per un problema burocratico che, se non venisse risolto, vedrebbe il ministro e i suoi funzionari passibili di poter finire nel mirino della Corte dei Conti.

L'ultimo attacco a Tria, sulla questione, è di Matteo Salvini: «I soldi ci sono, sto aspettando, come tanti italiani truffati, che la burocrazia del ministero dell'Economia partorisca i decreti attuativi perché la gente ha fretta, i mutui non aspettano, le tasse non aspettano. Facciano in fretta».

E sulla possibilità che Tria possa essere sotto assedio, Salvini risponde: «Non mi sembra. Se ciascuno fa il suo lavoro non deve avere nessun timore».

Il "lavoro", inteso da Salvini e Di Maio, è che il ministro trovi i soldi che non ha e che non può "stampare", per soddisfare la loro propaganda del presunto cambiamento, visto che quanto accade si vedeva già durante la prima Repubblica.

 

Aggiornamento. Secondo quanto diffuso dall'Ansa nel tardo pomeriggio, sarebbe stato "raggiunto l'accordo sui rimborsi ai risparmiatori coinvolti nelle crisi bancarie. La norma sarà inserita nel decreto crescita domani all'esame del CdM. Un successivo decreto attuativo darà il via alle erogazioni".