Di tutti gli scavi necessari alla realizzazione dell'opera Torino Lione, 162 km in totale, è già stato realizzato il 15%, pari a 25 km di gallerie. Queste, però, non riguardano il tunnel dove passeranno i treni. Sono "discenderie" che, una volta terminata la funzione "geognostica", verranno impiegate come accessi e gallerie di servizio all'opera principale.

A chiarirlo è la Tunnel Euralpin Lyon Turin, o se si preferisce TELT, la società che si occupa della costruzione della Tav che dovrebbe attraversare la val di Susa e che tanto "trambusto" a livello mediatico e politico sta causano i questi giorni... un antipasto di quello che accadrà nel momento in cui verrà comunicato il parere sull'analisi costi-benefici relativo alla sua realizzazione.

E che tale parere sia negativo, sebbene ufficialmente non sia stato ancora comunicato, ne è la riprova la nuova manifestazione che ieri ha nuovamente chiamato a radunarsi in piazza Castello a Torino coloro che sono favorevoli alla realizzazione dell'opera.

I SìTav, così vengono definiti, giudicano questo progetto come occasione di sviluppo e di futuri benefici per il territorio e la regione Piemonte, catalogandolo pertanto come irrinunciabile, fino a tal punto che, in caso di un suo stop da parte del Governo, il presidente della Regione Sergio Chiamparino ha già anticipato che chiederà un referendum, eventualmente esteso alle altre regioni attraversate dalla Tav, perché sulla sua realizzazione siano i cittadini a decidere.

Ma che cosa ne pensano i NoTav della manifestazione di ieri? Un'operazione da campagna elettorale, volta a giustificare l'ennesimo spreco di denaro pubblico. Di seguito alcuni passaggi della nota pubblicata da coloro che si oppongono alla Tav.


Una piazza riempita per campagna elettorale, disinformata e utile solo a legittimare un ennesimo spreco di denaro pubblico. La presenza di così tanti politici in piazza, tutti allegramente sottobraccio da Chiamparino alla Lega, passando da Forza Italia, dimostra come il tema Tav sia solo un volano per proseguire con le politiche assurde portate avanti fin qui che ci hanno dimostrato come basti un temporale per rischiare di morire nelle nostre regioni.L'ipotesi di referendum è solo travestita espressione popolare perché serve solo a legittimare il sistema delle grandi opere che ha già fatto troppi danni fin qui, ma rimane l'ultimo grande bancomat pubblico per partiti e amici costruttori.Se l'analisi costi benefici fosse stata positiva non si sarebbero stracciati le vesti chiedendo un referendum ma avrebbero accettato tranquillamente uno studio che come l'unico esistente e datato, si fonda su previsioni trasportistiche e di spesa palesemente taroccate per giustificare un' opera inutile e giustificare la costruzione di una nuova linea quando non ce ne sarebbe bisogno.Chiamparino ha capito che questo è l'unico tema su cui guadagnare qualche punto alle prossime elezioni perché almeno distrae i cittadini da quanto fatto nella gestione della Regione, che usa a piacimento per provare a farsi rieleggere, come se fosse una sua proprietà. A proposito perché non indice un referendum sulla sanità in Piemonte, così ci potremmo esprimere veramente tutti su qualcosa che ci riguarda?

Le madamin... tutt'altro che spontanee, ma parte del sistema delle grandi opere, visto che sono state tanto decantate come professioniste in carriera, sarebbe bene vedere anche con chi lavorano, visto che una di loro lavora come ufficio stampa per Telt, la società che dovrebbe costruire l'opera... permetteteci di dubitare dello spirito “spontaneo” nel volere il Tav.Telt nel 2017 TELT ha speso 1 milione di euro tondi tondi in “comunicazione” (senza contare i dipendenti che si occupano specificamente del tema). Nel bilancio spiegano come hanno speso questi soldi, una frase in particolare è indicativa: "Qualche mese dopo, il cantiere italiano della Torino- Lione è stato affetto da una crisi della comunicazione conseguente alla dichiarazione di sciopero degli operai. Questa fase è stata gestita instaurando un piano di gestione della crisi che prevedeva dei resoconti sporadici e l'aumento delle comunicazioni dirette con i giornalisti." (da pag. 39 della Relazione finanziaria di Telt 2017).Sono entusiaste di scendere in piazza con chi fa campagna elettorale sulla pelle di povera gente lasciandola in mezzo al mare per qualche punto percentuale in più. Del resto è il Tav secondo loro che dovrebbe far ripartire Torino, costi quel che costi... ci sembra di capire.


La nota dei NoTav si conclude poi annunciando una manifestazione nazionale a Roma per il 23 marzo, con lo scopo di mettere la parola fine alle grandi opere inutili e imposte.