Le autorità sanitarie Usa, FDA e CDC, hanno revocato la decisione presa 11 giorni fa di sospendere le somministrazioni del vaccino anti-Covid Johnson & Johnson, avvertendo però del rischio che in alcuni soggetti possano verificarsi coaguli di sangue, anche se la possibilità è estremamente remota.

In sostanza, la decisione degli americani, seppur arrivata con qualche giorno di ritardo, rispecchia quella dell'europea EMA, che già si era espressa in tal senso nei confronti del vaccino prodotto da AstraZeneca,  sostenendo che i benefici della sua somministrazione compensavano di gran lunga i rischi, peraltro ridottissimi.

Venerdì pomeriggio, con 10 voti favorevoli e 4 contrari, CDC e Food and Drug Administration hanno deciso di far riprendere la distribuzione e la somministrazione delle 10 milioni di dosi già disponibili del vaccino Johnson & Johnson per le persone di età pari o superiore a 18 anni in linea con quanto deciso fin dall'inizio.

Nella riunione di venerdì le autorità sanitarie hanno reso noto di aver identificato altri nove casi avversi che hanno causato delle rare forme di trombosi, oltre ai sei già identificati in precedenza. Erano tutte donne, la maggior parte sotto i 50 anni. Di queste tre sono morte e sette sono ricoverate in ospedale.

In una decina di casi gli eventi avversi si sono registrati in donne di età compresa tra 30 e 39 anni, sette delle quali erano obese, due avevano la pressione alta e due stavano usando contraccettivi orali. I sintomi che possono far ritenere la possibilità della formazione di eventuali coaguli di sangue - forte mal di testa, mancanza di respiro e dolori alle gambe e all'addome - possono insorgere entro tre settimane dalla vaccinazione.