Politica

Il Governo del cambiamento: in disaccordo su tutto

In preparazione del Consiglio dei ministri n. 63 nella notte tra martedì e mercoledì si è tenuto un vertice di maggioranza per sciogliere i nodi sulle prossime decisioni del Governo: autonomie, Tav, revoca delle concessioni per la gestione della rete autostradale ai Benetton.

Qual è stato il risultato della riunione? Che i due vicepremier del cambiamento non hanno raggiunto alcun accordo... su nulla! Pertanto, considerando che in serata Conte deve partire per il Giappone dove presenzierà al G20 di Osaka, a questo punto è difficile ritenere che il CdM possa svolgersi. Infatti, visto che Lega e 5 Stelle non sono d'accordo su nulla, è difficile capire che cosa dovrebbero decidere.

Già questo breve riassunto è abbastanza indicativo per dimostrare che la tanto declamata compattezza di Governo e unità d'intenti tra le due forze politiche componenti della maggioranza è puramente illusoria sui temi indicati in precedenza: autonomie, Tav, autostrade.

Ad aumentare i problemi nel Governo, questa mattina si aggiungono anche le dichiarazioni del presidente di coordinamento delle Sezioni riunite della Corte dei Conti, Ermanno Granelli.

"Se si scorporano dalla spesa statale operazioni straordinarie come salvataggi bancari e imposte differite", ha dichiarato Granelli in base a quanto riportato dall'Ansa, "i risultati del 2018 [per i conti pubblici, ndr] sono meno rassicuranti, con un +6% di spesa pubblica sia corrente che per investimenti, aumentati in misura considerevole (+3 miliardi rispetto al 2017) per l'accelerazione dei contributi agli investimenti delle imprese".

Se a questo aggiungiamo l'evidente stagnazione economica, in base alle previsioni di crescita indicate dallo stesso Governo, secondo procuratore generale della Corte dei Conti, Alberto Avoli, "un riordino delle deduzioni fiscali e un riassetto delle tasse è una priorità, ma lo shock fiscale evocato da alcuni [Salvini, ndr] senza coperture nel breve termine potrebbe avere ripercussioni gravi, tali da annullare o ridurre molto i benefici della rimodulazione delle aliquote".

In pratica, quella sopra espressa può essere riassunta come una bocciatura tecnica della cosiddetta flat tax, pretesa e annunciata come imprescindibile dalla Lega, che però non ha ancora indicato le coperture per realizzarla. Coperture di cui anche i 5 Stelle hanno chiesto, finora inutilmente, chiarimenti in proposito.

Possibile che in una situazione come quella sopra descritta, esistano le condizioni perché questo Governo - in disaccordo su tutto - possa guidare un Paese ancora per quattro anni?

Autore Vittorio Barnetti
Categoria Politica
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