"Legittimare questi comportamenti con altri fatti precedenti è indegno di un Paese democratico e coerente con la cultura della violenza come vendetta, ammesso che sia vero. Quel che vedo è una violenza reiterata da quattro uomini contro una donna a terra ed inerme. È questo che dobbiamo aspettarci dalle nostre forze dell’ordine? Chi prova a sostenerlo commette reato di oltraggio alla Pubblica Autorità. Sono inorridita e provo disgusto. Soltanto questo: disgusto".

Neanche il tempo, per Ilaria Cucchi, di commentare le immagini di alcuni agenti della polizia municipale di Milano che prendono a calci e manganellate un trans, praticamente inerme senza che vi siano i presupposti per giustificare tale violenza, che da Livorno arriva questo video, protagonista un carabiniere...

Che aveva fatto di tanto grave il reo per meritarsi, nonostante fosse già stato fermato, un calcio in faccia? Aveva rubato un paio di cuffie e del cibo per cani! Il reato non era meritevole neppure di esser citato tra quelli che giornalmente la stessa Arma dei Carabinieri elenca sul proprio sito web. 

Ma allora perché tanta violenza gratuita? 

È vero... in casi simili c'è il rischio di fare ciò che un detto popolare riassume con un'espressione volgare, ma efficace: "fare i froci con il culo degli altri".

È facile criticare chi giornalmente viene sottopagato per rischiare la vita in qualunque situazione, senza sapere - durante un intervento - che cosa potrà accadere un secondo dopo... psicologicamente finisce per essere condizionante e può portare ad agire in modo sbagliato.

Per questo, diventa semplice puntare il dito contro chi giornalmente mette a repentaglio la propria vita (e in alcuni casi la sacrifica eroicamente) quando sbaglia, ma non sempre però è corretto.

Ma riconosciuto ciò, perché usare tanta violenza quando la situazione è sotto controllo e non ci sono motivi per giustificare un calcio in faccia?

Dal caso Cucchi, evidentemente, non è cambiato molto. E servirà a poco se il responsabile del gesto venga messo in ufficio o a casa per qualche tempo. Il problema, evidentemente, sta a monte... nella selezione del personale, nel modo in cui viene addestrato e nella frequenza con cui deve affrontare situazioni che psicologicamente possono influenzarne il comportamento. 

Certo, uno potrebbe anche sostenere che quel calcio al ragazzo e le manganellate al trans siano dettate dallo spirito del tempo: i fascisti governano, i fascisti menano e, finalmente, noi che siamo in divisa ci sentiamo autorizzati a menare.

Una possibilità logica, ma se confermata sarebbe veramente preoccupante e portatrice di tempi molto, ma molto bui.