La Russia risponderà all'attacco dei droni sul Cremlino, ha detto quest'oggi il ministro degli Esteri Sergei Lavrov durante una conferenza stampa. Lavrov ha poi aggiunto di non escludere la responsabilità di Kiev e Washington, nonostante le smentite, in relazione a quanto accaduto, ricordando anche che i russi prenderanno tutto il tempo necessario per decidere il tipo di ritorsione.

La Ria Novosti, sempre oggi, ha riportato le dichiarazioni dell'assistente del segretario generale della Nato per i problemi legati all'intelligence e alla sicurezza, David Kuttler, secondo cui i russi starebbero mappando attivamente le infrastrutture critiche dell'Alleanza e potrebbero colpire, ad esempio, i cavi sottomarini che collegano le comunicazioni tra gli Stati occidentali.

Intanto sul fronte militare, mentre l'Europa approva un altro miliardo di euro per l'acquisto di munizioni da inviare in Ucraina, il leader della Wagner annuncia il prossimo ritiro da Bakhmut ... per mancanza di munizioni, indicando il 10 maggio come data ultima per l'arrivo di quanto richiesto da tempo a Mosca. Se le munizioni non saranno disponibili entro il prossimo mercoledì Prigozhin ritirerà i suoi mercenari.

Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino, ha detto che Putin ha preso atto delle dichiarazioni, ma che non le commenterà, poiché "riguardano il corso di un'operazione militare speciale".

In compenso, le ha commentate il leader ceceno Ramzan Kadyrov che ha dichiarato di aver messo a disposizione le sue truppe nel caso la Wagner dovesse abbandonare la linea del fronte a Bakhmut.

In base a queste dichiarazioni, i russi sembrerebbero sul punto di cedere, ma secondo la vice ministra ucraina della Difesa, Hanna Maliar,  Mosca starebbe cercando "con tutte le sue forze" di prendere Bakhmut entro il 9 maggio.

Quel che però in questo caos di dichiarazioni, minacce e smentite sembra sempre più certo è che la controffensiva di Kiev sarebbe imminente e punterebbe a dividere in due l'esercito russo nel sud dell'Ucraina, tanto che da parte di Mosca è iniziato lo sgombero dei civili in almeno 18 insediamenti a ridosso della linea del fronte della regione di Zaporizhzhia, divisa praticamente a metà tra ucraini e russi. E in base ai rilevamenti dei droni russi proprio a nord del fronte di Zaporizhzhia ci sarebbe un forte concentramento di truppe e militari ucraini.