La redazione di Radio Maria smentisce categoricamente che P. Livio Fanzaga abbia pronunciato le parole attribuitegli riguardo "il terremoto che sarebbe colpa delle Unioni Civili". Fra l'altro il 30 ottobre, domenica, P. Livio non aveva nessuna diretta su Radio Maria.

Le espressioni riportate, sono di un conduttore esterno, fatte a titolo personale, che non rispecchiano assolutamente il pensiero di Radio Maria al riguardo.

Oggi, apre con la dichiarazione sopra riportata il sito italiano di Radio Maria. Una precisazione che vuole liberare Padre Fanzaga dalla responsabilità di aver pronunciato alcune frasi in cui si fa intendere che il terremoto, che in fasi successive ha colpito le regioni di Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria, sia da attribuire ad una sorta di castigo di Dio per una qualche colpa commessa... probabilmente l'approvazione della legge sulle Unioni Civili.

Perché? Perché i disastri sono la conseguenza del peccato originale... una sorta di castigo che periodicamente viene inviato da Dio per rinnovarne il ricordo.

È vero. Non è stato Padre Fanzaga a pronunciare quelle parole, ma quelle parole sono comunque state dette nella sua radio, dove affermazioni simili non sono del tutto una sorpresa. Lo stesso Padre Livio, ad esempio, una volta ebbe da usare espressioni giuistificatrici nei confronti della conquista spagnola dell'America latina, con il conseguente sterminio delle popolazioni indigine, come giusta punizione per quanto da loro fatto in passato, come testimoniato dal film di Mel Gibson sull'argomento (sic!).

Riguardo però la vicenda terremoto, è giusto sottolineare che, in questo caso, Radio Maria si è ufficilmente dissociata da tali dichiarazioni, affermando che non le condivide e che non rispecchiano il pensiero della radio.

Chi è l'autore, quindi, dell'analisi teologica sui terremoti che hanno sconvolto l'Italia centrale da agosto ad ottobre? Molto probabilmente padre Giovanni Cavalcoli, domenicano che insegna alla Facoltà  Teologica di Bologna, che alle sei del pomeriggio della domenica tiene su Radio Maria un corso per catechisti.

Dando per scontato che padre Cavalcoli sia colui che ha pronunciato tali concetti, tanto di cappello alla coerenza. In fondo, questo è quanto molti sacerdoti hanno sempre detto in occasioni di eventi luttuosi.

Più che meravigliarsi per il concetto espresso dal domenicano emiliano, ci si dovrebbe interrogare, soprattutto da parte della Gerarchia della Chiesa, se la dottrina finora propagandata non mostri qualche falla o non abbia necessità di qualche revisione, se non reinterpretazione, per evitare in futuro analoghe dichiarazioni.

L'indicazione catechistica di un Dio onnipotente che tutto predispone ma che, inspiegabilmente, lascerebbe allo stesso tempo l'uomo libero di scegliere se andare all'inferno o in paradiso, ha ormai sempre di più bisogno di maggiori chiarimenti. In questo caso, lo chiedono con urgenza i fedeli umbri, marchigiani, laziali e abruzzesi che hanno perso familiari, parenti ed amici oltre a tutto quello che possedevano a causa del terremoto.