Nel suo rapporto, Robert Mueller ha dichiarato di non aver potuto stabilire al di là di ogni dubbio che tra la Russia e lo staff che ha organizzato la campagna di Trump alle presidenziali 2016 vi fosse un'accordo per influenzare l'esito del voto. In ogni caso, Mueller aveva però riscontrato da parte di Trump numerosi comportamenti che non consentivano di escludere del tutto l'eventualità che avesse ostacolato il corso della giustizia.

Partendo da questo dato di fatto, i democratici che stanno raccogliendo le prove per l'inchiesta di impeachment contro il presidente Donald Trump non vogliono escludere nulla riguardo a quanto di illegale il presidente Usa può aver commesso  e, per tale motivo, si sono rivolti ad un giudice per ottenere la parte secretata della testimonianza di Mueller al Grand Jury. All'origine della procedura di impeachment c'è la telefonata di Trump con il presidente ucraino, in cui era implicito uno scambio tra il via libera ad una fornitura militare da parte degli Usa e l'avvio di un'inchiesta da parte della magistratura ucraina su Joe Biden (prossimo avversario alle presidenziali 2020) e suo figlio.

Naturalmente, per prima cosa i democratici avevano formulato la richiesta al dipartimento di Giustizia... ricevendone un rifiuto. Per questo si sono dovuti rivolgere ad un tribunale che ha dato loro ragione, imponendo al dipartimento di Giustizia di consegnare quanto richiesto entro il 30 ottobre.

I democratici ritengono che le informazioni secretate possano far luce su alcuni episodi chiave dell'indagine di Muller, soprattutto in merito al grado di consapevolezza di Trump e/o delle persone del suo staff riguardo a informazioni che avrebbero danneggiato l'immagine di Hillary Clinton, la sfidante diretta alle elezioni del 2016.

Il giudice Beryl Howell, che ha deliberato sulla causa, nella propria sentenza ha spiegato la necessità di tale decisione sostenendo che il materiale, una volta desecretato, potrebbe aiutare i parlamentari a decidere quali testimoni convocare nell'inchiesta in corso sull'impeachment, oltre alla possibilità di aprire ulteriori linee di indagine.

Il democratico Jerrold Nadler, presidente della commissione Giustizia della Camera, ha dichiarato la propria soddisfazione per la sentenza che - a suo dire - riconosce che l'indagine per l'impeachment si svolge nel pieno rispetto della Costituzione, smentendo così quanto sostenuto dalla Casa Bianca.

Anche per il presidente della Camera, la democratica Nancy Pelosi, la sentenza è stata un altro colpo al tentativo del presidente Trump di mettersi al di sopra della legge.

In ogni caso il Dipartimento di Giustizia ha ancora la possibilità di ricorrere in appello.

Al di là del singolo episodio, è sempre più evidente che per Trump, in futuro, sarà sempre più difficile creare nuovi argini ad una inchiesta che nelle prossime settimane potrebbe finire per essere ancor più imbarazzante di quanto già non lo sia adesso.

Sebbene al Senato i repubblicani abbiano i numeri per bloccare la procedura di impeachment, dal punto di vista dell'immagine, nei prossimi mesi, potrebbero trovarsi nella condizione di voler negare la realtà pur di difendere un presidente che con il partito repubblicano, oltretutto, ha poco o nulla a che vedere.

I membri repubblicani del Congresso, nel caso di Nixon, fecero sapere che gli avrebbero tolto l'appoggio e lui si dimise prima che l'inchiesta arrivasse alla sua conclusione. Se anche Trump dovesse risultare indifendibile, non è del tutto escluso che anche i legislatori repubblicani odierni possano abbandonarlo, per presentare al suo posto un candidato più credibile alle presidenziali del prossimo anno.