Al ministero dell’Interno, in occasione della giornata del Safer Internet Day, è stata presentata "Giovani Ambasciatori contro il cyberbullismo per un web sicuro... in Tour", la campagna promossa da Moige - Movimento italiano genitori con Polizia di Stato, il sostegno di Enel Cuore Onlus e Trend Micro, ed il patrocinio del Ministero dell’Istruzione, del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e di ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani.

L'iniziativa, che prevede un "centro mobile" contro il cyberbullismo, un numero verde, un sms dedicato ed una rete di giovani ambasciatori nelle scuole, è finalizzata ad un uso più consapevole delle rete, poiché sempre più ragazzi condividono tramite social i propri contenuti digitali in maniera inappropriata, tanto che nel 2017, sono ben 354 i casi trattati dalla Polizia Postale che vedono vittima un minorenne e 39 i casi con minori denunciati.

A conferma della necessità di promuovere una campagna a livello educativo è anche l'indagine, presentata durante l'evento che si è svolto al ministero, coordinata dalla prof.ssa Anna Maria Giannini dell’Università La Sapienza di Roma, su un campione costituito da 1.342 ragazzi della Scuola Secondaria di secondo grado con un’età compresa fra gli 14 e i 19 anni.


Lo studio ha evidenziato quanto sia difficile concettualizzare il cyberbullismo semplicemente come una particolare tipologia del più tradizionale e conosciuto bullismo. Sono troppe le differenze per non considerare questa particolare azione violenta, come fondata su aspetti specifici. Nella rete i contorni dell’azione violenta assumono connotazioni più sfumate; vi è una totale assenza di limiti spazio-temporali, questo rende per la vittima più complicato attuare processi di evitamento. Il cyberbullismo costituisce un ambito vasto, ancora poco conosciuto, che pone evidenti difficoltà in coloro che hanno funzioni educative e formative: famiglia, scuola, ecc…

Dalla ricerca emerge che sempre più ragazzi rendono accessibile a tutti i propri materiali, inconsapevoli dei rischi e dei problemi di privacy che genera questo atto.

Infatti, ben 1 ragazzo su 3 rende sempre accessibile “a tutti” il materiale condiviso tramite social e più della metà è consapevole che il materiale condiviso può essere viralizzato da altri; Ben 9 ragazzi su 10 usano il “telefonino” sia per i social, sia per l’accesso al web, e per un uso essenzialmente ricreativo; solo 2 ragazzi su 10 invece usano “tablet o pc ”specie per un uso di studio e/o lavoro. Il 20% dei ragazzi non riconoscono la gravità delle trasgressioni sul web.

Interessante il dato che 7 ragazzi su 10 ritengono che le vittime di cyberbullismo debbano parlare solo con gli amici. In particolare, dal focus è emerso un altro dato preoccupante: diminuiscono enormemente i riferimenti alle relazioni verticali (genitori, insegnanti, Forze di Polizia, ecc.), anche nei casi in cui un ragazzo venga coinvolto in episodi di cyber-bullismo. Il minore per i riferimenti si orienta quasi esclusivamente, al gruppo dei pari, escludendo le relazioni con il mondo adulto. Questo rende la vittima maggiormente indifesa rispetto a reiterati attacchi di molestatori online.

Ancora: ciò che viene percepito come "provocazione" può giustificare condotte persecutorie o di vendetta articolate a vari livelli e senza attenzione per i sentimenti della vittima. Un ulteriore elemento emerso, riguarda che il giudizio dei ragazzi in termini di legalità di un comportamento è sorretto non da una conoscenza precisa delle norme, ma dal proprio vissuto di gravità dell’evento. Sono le emozioni evocate dalle storie, in particolare i processi di empatia con la vittima, a sorreggere nel minore, le proprie convinzioni normative: è illegale ciò che appare in riferimento alla propria emotività, ed al proprio mondo valoriale.

Gli aspetti normativi non sono percepiti pertanto come prescrizioni comportamentali oggettive, ma come ambiti di giudizio, orientati dalla propria soggettività.


Il progetto "Giovani Ambasciatori contro il cyberbullismo", giunto alla sua seconda edizione, che coinvolgerà 18 regioni, oltre 50.000 ragazzi, 100.000 tra genitori e docenti e 500 Giovani Ambasciatori in 100 scuole superiori, è stato pensato per arginare i fenomeni sopra descritti.

Ecco in che modo:

- la formazione ed attivazione di 500 "Giovani ambasciatori contro il bullismo" che diventeranno Ambasciatori nella lotta al cyberbullismo, rappresentando un punto di riferimento di formazione e segnalazione per i loro pari età all’interno dell’istituto di appartenenza;

- il "Centro mobile di prevenzione, sostegno e supporto", un motorhome che raggiungerà direttamente i comuni che lo richiederanno con gli esperti psicologi e psicoterapeuti della task force antibullismo del Moige;

- il numero verde 800 937070 ed il numero di messaggistica 393.300.90.90, per facilitare il contatto con i minori per le richieste di informazioni, aiuto, sostegno contro il cyberbullismo.