Sabato 21 ottobre, ore 21, Palau de la Generalitat. In perfetto orario, Carles Puigdemont si è presentato davanti alle telecamere di TV3 ed esprimendosi in catalano ha risposto all'applicazione dell'articolo 155 da parte del governo di Madrid, definendolo, allo stesso tempo, sia un attacco che un'umiliazione all'autonomia della Catalogna, dichiarando di aver convocato il Parlamento per discutere quali provvedimenti adottare per rispondere alle misure indicate dal governo.
Il presidente del governo autonomo catalano non ha parlato di dichiarazione di indipendenza e non ha specificato le iniziative che verranno intraprese. Tutto sarà demandato alla discussione in Parlamento.
Puigdemont, in compenso, ha definito le misure elencate per applicare l'articolo 155 come il "peggior attacco" alle istituzioni catalane dopo lo scioglimento della Generalitat da parte del dittatore Francisco Franco.
Il governo spagnolo - ha continuato Puigdemont - vuole guidare da Madrid la vita pubblica della Catalogna, ma la storia insegna che ogni volta che si è cercato di limitare le libertà il popolo si è opposto.
La limitazione dei diritti e delle libertà all'autonomia della Catalogna, definite in precedenza un colpo di Stato dalla presidente del Parlamento Carme Forcadell, sono - ha concluso Puigdemont - un segnale d'allarme perché segnano il cammino per abusi simili in qualsiasi altro paese europeo perché sono imposti da una nazione dell'Unione europea. E per tale motivo, il presidente della Generalitat ha terminato il proprio discorso ripetendone l'ultima parte in lingua inglese.
Alla manifestazione indetta nel pomeriggio a Barcellona per chiedere la liberazione dei due leader indipendentisti Jordi Sànchez e Jordi Cuixart, secondo il dato diffuso dalla "Guardia Urbana" hanno partecipato 450.000 persone.