di Giuseppe Lubrino 


La visione cristiana dell'uomo, come affermato nel primo capitolo del Catechismo della Chiesa Cattolica e nel primo capitolo della Gaudium et Spes, si fonda sulla creazione a immagine e somiglianza di Dio (Genesi 1,26-27). Questa creazione implica una capacità innata nell'uomo di relazionarsi con il divino, di aprirsi al mistero della trascendenza. Questa apertura si esprime nella sua capacità di amare, di cercare la verità e il bene, e di sperimentare il senso del sacro, che si manifesta in diverse forme, come la contemplazione della natura, l'arte sacra o la pratica di rituali religiosi. 

Questi presupposti costituiscono il fondamento dell'antropologia teologica, che si basa sulla Rivelazione cristiana e sul Magistero Cattolico. Le aspirazioni universali all'amore, alla verità, alla bellezza e alla giustizia, presenti in ogni uomo, rappresentano un ponte naturale tra l'uomo e la fede cristiana, rivelando una sete innata per il Divino. Tuttavia, nell'attuale contesto culturale, il "problema di Dio" sembra essere stato relegato ai margini della vita sociale. 

È evidente come molte persone vivano un disorientamento esistenziale e spirituale profondo: disagi psicologici, difficoltà relazionali che si manifestano a tutti i livelli, dalla famiglia al lavoro, dall'educazione allo sport, dalla società alle dipendenze da alcol, droga, gioco d'azzardo, sesso e affetti. 

Questo scenario non vuole essere un'apocalisse, ma una descrizione realistica di una realtà che a volte si preferisce ignorare. Alla luce di ciò, emerge in modo significativo, specialmente nell'ambito dei credenti, l'esigenza di ripensare la fede. Non si tratta solo di trasmetterla o annunciarla, ma soprattutto di recepirla e viverla in modo nuovo. Le nuove generazioni, spesso oggetto di lamentele e giudizi affrettati, hanno bisogno di credibilità, di testimonianze autentiche e di sicurezza più che di critiche. È in questo contesto che la recente proposta formativa di Giancarlo Restivo, "Schola Carlo Magno", si configura come una risposta significativa. Questo progetto, dalla vasta portata educativa, pedagogica e culturale, si propone di promuovere e valorizzare una vera e propria "paideia della fede". L'obiettivo è quello di "sensibilizzare" i cristiani verso una matura e significativa riscoperta della fede, con l'intento di riportare il "problema di Dio" al centro del dibattito contemporaneo. 

Questo nobile obiettivo non è una novità per la "Schola Carlo Magno", poiché figure autorevoli, profetiche e di elevato spessore teologico e culturale, come Benedetto XVI e Don Luigi Giussani, hanno già negli anni passati gettato le basi e sottolineato l'urgenza di questa riscoperta. Hanno saputo "leggere e scrutare i segni dei tempi" con sguardo sapiente e lungimirante, riconoscendo, come diceva San Paolo, che "la causa dei mali presenti nel mondo è l'eclissi di Dio" (cfr. Rm 1, 21-25). Una certa cultura malsana ha prodotto e promuove instancabilmente questa eclissi, allontanando l'uomo dalla verità e dalla bellezza della fede.

La "Schola Carlo Magno", in comunione con Papa Francesco, desidera sollecitarenei fedeli la disposizione e la comprensione della logica ecclesiale dello "spirito di servizio", a discapito di una "logica di potere". Si vuole trasmettere con cognizione di causa l'idea di "una Chiesa in uscita e sinodale", che sappia con coraggio e determinazione accompagnare l'essere umano del terzo millennio alle fonti della fede, affinché si possa abbeverare alle acque sorgive della Parola di Dio e dei Sacramenti con spirito critico, consapevole e maturo. 

La "Schola Carlo Magno" promuove il dialogo e il confronto, senza voler sacrificare o rinunciare alla verità, e intende formare cristiani maturi per poter abitare la complessità del reale con dedizione, sacrificio, passione e fraternità. Tale missione è concepita e portata avanti tenendo ben presente quanto afferma Bernard de Chartres: "siamo solo dei nani sulle spalle dei giganti". Ciò significa che occorre riscoprire e rivalorizzare il patrimonio bimillenario della fede per attingere l'attrezzatura adeguata per "abitare responsabilmente e cristianamente la società attuale". La "Schola Carlo Magno" si presenta come un'oasi di ascolto attento, dove le voci dei giovani, con le loro ansie, le loro speranze e le loro domande esistenziali, trovano un terreno fertile per essere accolte e comprese. In un'epoca segnata dall'avvento dell'intelligenza artificiale e da un'accelerata trasformazione sociale, la "Schola" si propone come un faro di luce, un luogo di incontro e di confronto per riscoprire il valore della fede in un contesto in continua evoluzione. 

Come vivere la fede oggi, in un'epoca in cui si diffonde l'isolamento sociale e si amplia la frattura generazionale tra adulti e giovani, dove la dimensione relazionale è caratterizzata dal conflitto e dallo spirito di competizione? La "Schola Carlo Magno" propone un approccio educativo che valorizza la Parola di Dio come strumento pedagogico di un vissuto presente, la comunità ecclesiale come spazio di relazioni positive, la conoscenza dei Padri della Chiesa per un'interpretazione esistenziale della teologia, la bellezza della liturgia, e l'Ora di Religione Cattolica come momento privilegiato da ripensare in chiave esperienziale per l’educazione per i giovani.