Nell'ultima riunione che si è svolta a Hiroshima, i Paesi membri del G7 hanno stabilito che il loro nuovo problema è costituito dalla Cina: "la più grande sfida della nostra epoca", come l'ha definita il primo ministro britannico.

E così i leader dei Paesi più ricchi al mondo hanno espresso su Pechino il loro punto di vista in relazione a questioni divisive come l'Indo-Pacifico e Taiwan, oltre a sottolineare la loro preoccupazione più importante, riassumibile in questi termini: "coercizione economica".

Attraverso il commercio con la Cina, i sette "grandi" sono cresciuti (economicamente), diventando però indissolubilmente dipendenti da Pechino, che adesso però vedono anche come un loro concorrente, accorgendosi così dell'esistenza di ciò che in passato avevano fatto finta di non vedere (come il rispetto dei diritti umani).

La Cina si è sviluppata fingendo di farsi sfruttare dall'occidente e adesso che è diventata una grande potenza con i suoi interessi (giusti o sbagliati che siano) economici, politici, militari... i Paesi che ne hanno permesso la crescita si stanno accorgendo del rischio di esserne addirittura fagocitati.

Che cosa vogliono fare i membri del G7? Cercare di liberarsi dal vincolo cinese, pretendendo però di mantenere tutti i vantaggi che finora la Cina ha garantito loro. Le armi di ricatto cui affidarsi, però, non sono ben chiare... neppure agli stessi membri del G7.

Intanto, la Cina ha esortato il gruppo dei sette grandi a "smettere di interferire grossolanamente negli affari interni degli altri Paesi".