Il Partito Democratico ha (quasi) completato le liste dei candidati che presenterà nei vari collegi alle prossime politiche. Di seguito un brevissimo florilegio di commenti da parte di soddisfatti e delusi dalle scelte di Letta.

Il principe degli esclusi, Luca Lotti:

Il segretario del mio partito ha deciso di escludermi dalle liste per le prossime elezioni politiche. Mi ha comunicato la sua scelta spiegando che ci sono nomi di calibro superiore al mio. Confesso di non avere ben capito se si riferiva a quelli che fino a pochi mesi fa sputavano veleno contro il Pd e che oggi si ritrovano quasi per magia un posto sicuro nelle nostre liste. Non lo so. Ma così è.Non sarò certo io a fare polemiche: non le ho fatte in questi anni e non comincerò oggi.Ho sempre agito per il bene del mio territorio e del mio partito. Non ho condiviso la scelta di tanti amici nel 2019 di uscire dal Pd e anche grazie a quella decisione (mia e di Lorenzo Guerini che ringrazio per il lavoro da Ministro e per aver guidato con me i riformisti) il Partito democratico è rimasto presente in Parlamento dove, lo dicono i numeri, rischiava invece di sparire. Ecco perché fa male in queste ore ascoltare inutili polemiche e fake news sulle motivazioni della mia mancata ricandidatura, così come leggere assurde ricostruzioni in cui si prova a far credere che a scegliere sia stato il territorio. In Toscana sappiamo tutti come sono andate le cose.La scelta è politica, non si nasconda nessuno dietro a scuse vigliacche. Io sono abituato ad affrontare la realtà a testa alta, altrettanto faccia chi ha deciso. Aggiungo solo una riflessione. Dispiace, e non poco, scoprire che i dirigenti del mio partito abbiano abbandonato uno dei cardini della nostra identità: il garantismo.È stato un onore per me essere un deputato del Pd, il partito che ho contribuito a fondare e che, in questi ultimi anni, insieme a molti amici ho tenuto unito e compatto. Rifarei tutto!Ai tanti che mi stanno scrivendo e mandando messaggi o che si sono preoccupati per me dico solo questo: anche quando alcune scelte sembrano più dettate dal rancore che dalla coerenza politica, mi troverete sempre dalla stessa parte. Dalla parte del Pd. Il Pd è casa mia. Lo sarà anche in futuro.


Alessia Morani, principessa dei delusi, che ha deciso che non accetterà la candidatura che le è stata proposta

"È stata una lunga notte e finalmente sono state decise le liste dei candidati del Partito democratico per le prossime elezioni politiche. Ho saputo quale fosse la mia posizione in lista solo al momento della lettura da parte di Marco Meloni dell’elenco dei candidati.Nei posti eleggibili per le Marche sono stati designati Alberto Losacco, commissario del Pd Marche, Irene Manzi e Augusto Curti. A mia insaputa, il mio partito ha deciso di assegnarmi il collegio uninominale di Pesaro e un terzo posto nel proporzionale.Ho comunicato al mio partito che non intendo accettare queste candidature. Avrò modo in seguito di spiegare le motivazioni che mi hanno convinta della bontà di questa scelta".


Per Valeria Fedeli, si può parlare di un addio senza rancore:

"Come avrete visto, non sono candidata al prossimo Parlamento. Proseguirò il mio impegno politico sul territorio, per continuare a cercare soluzioni che migliorino la vita delle persone, in particolare delle donne e dei giovani.È quello che ho sempre fatto, prima come sindacalista, poi nell’attività parlamentare e di governo.Ho trascorso quasi tutta la mia esperienza lavorativa in Cgil, iniziando a Milano in rappresentanza delle maestre d’asilo, poi nella funzione pubblica, a Roma, fino ad occuparmi di tessile e made in Italy anche a livello europeo.Quella sindacale, grazie anche alle donne e agli uomini straordinari che mi sono stati d’esempio, è stata per me una formazione alla vita: ai valori di uguaglianza e giustizia sociale, al rispetto per ogni differenza, ai diritti delle lavoratrici e delle donne, alle pratiche riformiste per cambiare le cose, alla concretezza dei risultati da raggiungere, al dialogo necessario per farlo, all’attenzione da riservare sempre alle condizioni reali di lavoro delle persone, ai cambiamenti e alla necessità di saperli comprendere, interpretare e governare, praticando innovazione e sostenibilità.Come mi è più volte capitato di ricordare, non si smette mai di essere sindacalista: l’attenzione alle donne e agli uomini che lavorano, il dialogo sociale e l’impegno per gli altri nell’interesse generale del Paese costituiscono un abito, se indossato con convinzione e passione, che non può più essere tolto, diviene una sorta di seconda pelle.Così quando 9 anni fa mi è stata offerta la possibilità di candidarmi in Parlamento, ho vissuto questa opportunità come un’occasione per continuare a far vivere quell’abito, quell’attenzione alle persone che lavorano, alle donne e ai giovani, alle condizioni di vita e alle prospettive dell’Italia.Non posso quindi che ringraziare il Partito democratico, che mi ha dato questa possibilità, e tutte le persone con cui ho avuto la fortuna di confrontarmi e nell’interesse delle quali ho sempre lavorato, cercando di onorare al meglio delle mie possibilità le funzioni di rappresentanza che ho svolto.Sono onorata dei ruoli istituzionali di servizio al Paese che ho potuto ricoprire già nella mia prima legislatura, tra 2013 e 2018, come vice-Presidente vicaria del Senato e poi come Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. E sono orgogliosa delle battaglie politiche che ho portato avanti - in particolare sulla parità di genere, i diritti, il lavoro, la formazione e la conoscenza, la qualità dell’informazione - proseguite anche in questa mia seconda legislatura, che ha incrociato tempi complessi e sfide inedite.Come ho detto tante volte in passato il futuro è di tutti ma è uno solo, dobbiamo quindi condividere le scelte che lo determineranno. Io continuerò a farlo, a partire da queste settimane di campagna elettorale e dal territorio dove abito, a Roma, insieme a tutta la comunità delle democratiche e dei democratici, cercando di essere soprattutto di supporto alle nuove generazioni che credono nella politica e vogliono dare nuova forza alla sinistra riformista e al Partito Democratico.Per proseguire insieme la sfida di immaginare e realizzare un’Italia di e per donne e uomini: giusta, paritaria, innovativa, sostenibile".


Prima ha mandato a quel paese tutto e tutti, una volta  saputo dove era stata candidata, poi Monica Cirinnà è divenuta la principessa del ripensamento... spiegando così la sua decisione:

"È stato difficile, doloroso, faticoso. Ma ho ascoltato le voci di tante e tanti di voi, e ho scelto la strada del coraggio.Correrò nel collegio difficilissimo che il Partito ha scelto per me. Combatterò per ogni persona che si sente sola, invisibile, non riconosciuta. Lo farò nel segno della Costituzione, con passione e determinazione.Ho bisogno di tutte e tutti voi. Grazie per le parole e il sostegno di queste ore".


Ma oltre ai delusi e agli insoddisfatti ci sono pure quelli che già festeggiano, come Laura Boldrini:

"La direzione Pd mi ha indicata come capolista al collegio proporzionale Camera Toscana due. Ringrazio Enrico Letta per la fiducia, adesso si parte per questa nuova sfida. Lavoro, ambiente, diritti: insieme, per un’Italia democratica e progressista".


Pure i renziani, con il padrone del partito in testa, hanno avuto da ridire sulle candidature del Pd. Così si è espresso a riguardo il senatore rignanese:

"Oggi il mondo della politica commenta le scelte sui candidati del PD. A me pare che - dalla scelta di come costruire la coalizione ai nomi delle liste - la guida di Enrico Letta si s caratterizzata più dal rancore personale che dalla volontà di vincere. Vedremo i frutti il 26 settembre. Auguro ogni bene a tutti, candidati ed esclusi, ed evito con cura ogni dibattito sul tema: mi hanno insegnato che la politica si fa coi sentimenti, non coi risentimenti".

Matteo Renzi, poverino, si deve essere confuso, visto che crede di avere a che fare ancora con il Pd, nonostante ne sia uscito e abbia fondato un altro partito. Ma le sue attività sono innumerevoli e, pertanto, tra una consulenza, una mediazione e una conferenza... deve aver perso  la bussola. Probabilmente, il colpo di aver perduto una delle sue teste di ponte all'interno dei dem, come Luca Lotti, deve averlo indispettito e non poco. 

Ma deve però essergli sfuggito il fatto che Letta, in ogni caso, un posto ad un suo sodale lo ha garantito. Queste la recentissima dichiarazione di Andrea Marcucci:

"Sarò candidato del Pd nel collegio uninominale del Senato Viareggio - Pisa - Livorno. Inizierò la mia campagna elettorale con spirito di servizio, per un’Italia capace , coraggiosa, libera e solidale. Il discrimine sarà l’Europa, tra chi vuole un continente più forte, con relazioni più strette e solide, e chi sostanzialmente vuole accantonarla. La sfida che mi attende è complessa ed entusiasmante, avrò bisogno del sostegno di tutti".