Rispondendo ad una domanda durante la conferenza stampa nel dopo gara di Roma - Bologna, Mourinho, tra l'altro, ha detto:

"Un'altra che non è cambiata è che 22 anni fa potevi vincere una partita con un gol in fuorigioco e 22 anni dopo puoi ancora vincere con un gol in fuorigioco. Ieri una squadra ha vinto con un gol in fuorigioco. ... Non è neanche cambiato poter vincere una partita con un gol in fuorigioco".

A chi si riferiva? Al gol del 4-3 che ha decretato il successo della Lazio nella partita contro lo Spezia. Gol che ha fatto infuriare e non poco anche la dirigenza ligure che al riguardo ha diffuso il seguente comunicato che riporta la dichiarazione del presidente Platek:

"Sabato sera è stato commesso un errore grave e inaccettabile, specialmente con l’ausilio delle moderne tecnologie che costano alla Lega milioni di euro e che promettono di consentire uno svolgimento regolare degli incontri, eliminando clamorose sviste arbitrali che possono condizionare non solo il risultato di una partita, ma di una stagione intera.  Accogliamo con soddisfazione il provvedimento dell’AIA, con la quale in questi giorni sono stati intrattenuti dialoghi continui nel rispetto delle vie istituzionali concesse, per avere spiegazioni in merito a un episodio inverosimile e che non poteva essere derubricato a semplice errore di valutazione, dato che si tratta di un errore causato da superficialità nell’attuazione delle procedure relative al protocollo VAR che a sua volta ha comportato un’errata analisi dello svolgimento dell’azione, con la posizione di Acerbi considerata erroneamente valida nonostante le tecnologie all’avanguardia presenti nelle sale di Lissone.  Non è nello stile di questo Club protestare platealmente, ma quando certe decisioni possono avere ripercussioni sull’esito di un’intera stagione, vanificando il duro lavoro quotidiano di centinaia di persone, è impossibile non far sentire il proprio dissenso, nel rispetto della storia di questa Società, della città e dei suoi tifosi.  Auspichiamo dunque che in questo finale di stagione non vi siano ulteriori episodi penalizzanti, che ci sia un deciso miglioramento nell’utilizzo della tecnologia e che il regolamento, chiaro e a disposizione di tutti, venga sempre applicato uniformemente e in maniera corretta, avvalendosi anche del VAR, che non può però essere strumento penalizzante e discrezionale, ma che al contrario deve certificare e aiutare il direttore di gara ad applicare in maniera corretta il regolamento, senza se e senza ma.  Dal canto nostro, non possiamo tornare indietro nel tempo, rigiocare la partita o cambiarne il risultato, pertanto non possiamo far altro che concentrarci sui prossimi impegni, consci che il traguardo a cui ambiamo è vicino, ma non ancora raggiunto e che per tagliarlo al più presto tutti noi dovremo continuare a dare tutto ciò che abbiamo senza risparmiarci, con i calciatori e lo staff sul campo e il nostro pubblico a spingerli dagli spalti ancora una volta".

Alla Lazio però non ci stanno e non ammettono dubbi sulla trasparenza nell'operato di Lotito e Tare, come spiega la nota della società: 

"Il fatto che nel 2022 un allenatore di un’altra squadra, durante le sue conferenze stampa, faccia ripetutamente riferimento a presunti favori arbitrali a squadre concorrenti e che, allo stesso tempo, alcuni giornalisti sportivi nazionali, di dichiarata fede calcistica, si infervorino sullo stesso argomento, dimenticando il loro ruolo professionale e il dovere di imparzialità, dimostra alcune cose: che la Lazio è ossessivamente nei loro pensieri più di altri ambìti obiettivi professionali; che, come spesso accade, si guarda in casa degli altri per distogliere l’attenzione da risultati mancati e da clamorosi episodi avvenuti in casa propria, a proprio favore, sotto gli occhi di tutti; che nonostante la necessità di evolvere l’immagine del calcio in Italia, alcuni protagonisti sono fermi alla costante ripetizione delle accuse agli arbitri e al VAR; che su questi atteggiamenti offensivi verso la categoria degli arbitri e sulla mancanza di obiettività giornalistica troppo spesso si sorvola.La Società Sportiva Lazio respinge ai mittenti le critiche e le insinuazioni, continua a credere che i valori si dimostrino in campo e non nei salotti televisivi. La Lazio non si presterà mai ad essere l’alibi o il capro espiatorio di nessuno e farà valere nelle sedi opportune le proprie ragioni. La linea della Società continua ad essere quella di non discutere le decisioni prese sul campo, anche quando si tratta di episodi lampanti avvenuti a sfavore della squadra biancoceleste, quale il fallo di Tonali su Acerbi a Lazio-Milan in occasione del gol o la gomitata in area di Ibanez su Milinkovic nel derby di ritorno, solo per citarne due anche se ne abbiamo presenti molti altri, anche in Spezia-Lazio. Episodi decisivi sui quali abbiamo scelto il silenzio per rispetto degli arbitri in campo e del VAR, rispetto che altri non hanno dimostrato e continuano a non dimostrare".

Ma quanto dichiarato forse non era risultato abbastanza convincente ai dirigenti laziali che hanno voluto ulteriormente precisare tramite le parole di Marco Gabriele, addetto agli arbitri biancoceleste (!!!), intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel:

"Conoscere le regole, che vengono spesso distorte ed interpretate in modo sbagliato, è importante. Rispetto a quanto accaduto sabato a La Spezia, bisogna prendere in mano il protocollo VAR. Grazie a Lotito e Tare, si è capito quanto sia importante avere in campo calciatori che conoscano le regole. Il protocollo VAR può essere utilizzato in quattro occasioni: quello che riguarda oggi è il caso della rete segnata. Prevede che ogni gol di rete debba essere controllata, non a caso c'è una tecnologia avanzata su questa tipologia di rilevazione, chiamata Hawk Eye, che traccia due linee: una blu ed una rossa per rilevare eventuali calciatori in fuorigioco. Quindi sabato o questa linea non è stata tracciata oppure è stata fatta una considerazione sbagliata da parte del VAR.Se non rileviamo una dichiarazione ufficiale dall'AIA e se è stato commesso un errore, fa semplicemente parte di quei tanti che abbiamo visto in questi anni anche con il VAR. Faccio un esempio del gol annullato ad Immobile in occasione Lazio-Venezia, con la sua spalla poco avanti di millimetri. Ci sono altri episodi eclatanti, come la gomitata di Ibanez a Milinkovic nel derby di ritorno. Il difensore avversario colpisce volontariamente sul volto Sergej ed il VAR non interviene. Il braccio può essere valutato in due modi: strumento o arma. Con il primo si può anche dare un colpo, con il secondo invece no, avviene quando il movimento non è armonico. Milinkovic anche contro il Milan subisce un colpo, ma in quell'occasione il braccio è strumento. La Lazio ha scelto la linea di non protestare perché se c'è stata una valutazione, corretta o sbagliata che sia, la accetta perché fatta in buonafede. Anche il gol di mano di Cutrone contro il Milan, nel 2018, va ricordato: in quel caso tutti pensarono al fuorigioco, trascurando il gol di mano. Qualche settimana fa l'attuale designatore Rocchi ha detto che sono stati corretti l'86% degli errori grazie al VAR. Manca ancora un po' per arrivare al 100% perché dietro c'è l'essere umano. Eclatante l'episodio accaduto quest'anno in Torino-Inter, in occasione del rigore non concesso a Belotti. In quel caso, l'AIA con un comunicato ha ammesso l'errore sospendendo gli arbitri coinvolti.Il portiere è l'ultimo difendente, in occasione di Spezia-Lazio Provedel è più avanti di alcuni difendenti. Nasca potrebbe aver messo correttamente la linea sull'ultimo difendente, vedendo Acerbi sopra la linea blu, ma questa è una mia interpretazione. La sospensione di Nasca e Guida dimostra che hanno commesso un errore in buonafede, pensare però che non sia stato applicato il protocollo VAR è assurdo. Assistente di linea? UEFA e FIFA hanno imposto di lasciare sempre giocare, evitando di interrompere un'azione, questo è il motivo per cui l'assistente di linea sabato è rimasto giù con la bandierina.Nelle ultime quattro giornate di un singolo torneo, capita che gli allenatori parlino sempre di episodi per giustificarsi o trovare alibi. L'etica della Lazio non è mai venuta meno in questi due anni, nonostante evidenti torti subiti, perché se c'è un errore arbitrale bisogna solo prenderne atto, poiché arrivato in buonafede. A volte è a favore ed altre a sfavore. Rocchi, a Lissone, ci ha fatto ascoltare le conversazioni tra arbitro e VAR: il primo ha un microfono aperto, quindi si sentono anche le proteste dei calciatori. La confusione, come accaduto in un episodio, può anche generare errori, per questo non vedrete mai calciatori biancocelesti andare a disturbare gli arbitri in attesa di una decisione. Bisogna lavorare, è una questione di cultura che dovrebbero avere tutte le squadre".

A ben leggere, quanto dichiarato nell'ultima nota è un'ulteriore dimostrazione a sostegno di coloro che supportano la tesi che a volte è meglio tacere... 

Riguardo al Var, la quart'ultima di campionato non è stata una giornata molto fortunata, guardando anche Milan - Fiorentina, dove Hernandez stende Torreira con una gomitata in pieno volto... ma anche per i commentatori di Dazn (arbitro Marelli compreso) era una "normale" azione di gioco!