La comunità ebraica di Roma, domenica 16 ottobre, ha ricordato quanto avvenne nella stessa data del 1943, il rastrellamento nel ghetto ad opera dei nazifascisti:

"L’oblio è una tentazione alla quale non dobbiamo e possiamo cedere. La Memoria trae linfa vitale dalle singole coscienze e comportamenti, fino a trasformarsi in anima pulsante della società civile. È dunque responsabilità di ogni singolo individuo ricordare ed alimentare le speranze di una umanità degna di questo appellativo.Per questo, ti invitiamo a una nuova iniziativa di commemorazione per il 16 ottobre 1943 da tramandare di generazione in generazione. Mantieni viva la memoria di 1024 persone la cui unica “colpa” era quella di essere ebrei: guarda scorrere i loro nomi, fai uno screenshot di uno dei nomi che appariranno e condividilo sui tuoi social usando l'hashtag #16ottobre43"

La seconda carica dello Stato, il postfascista Ignazio La Russa da pochi giorni presidente del Senato, non si lascia sfuggire l'occasione per condannare quanto accadde quel giorno:

"Il rastrellamento del ghetto di Roma rappresenta una delle pagine più buie della nostra storia. Quel giorno, oltre mille persone tra donne, uomini e bambini furono strappate ai loro affetti e deportate al campo di sterminio di Auschwitz.Solo 16 di loro fecero ritorno. È compito di tutti, a cominciare dalle più alte istituzioni, tramandarne il ricordo affinché in futuro non si ripetano mai più simili tragedie. Alla comunità ebraica, oggi come sempre, la mia sincera vicinanza".

A dire la verità, però, quelle tragedie si ripetono ancora oggi, seppure in forma diversa e forse con minore crudeltà, nel caso esista un metro di  misura della crudeltà. La recente guerra in Ucraina con i massacri dei civili ne è un esempio, ma non è tanto diverso quanto accade in Palestina dove i pronipoti degli scampati ai lager nazisti hanno instaurato un regime di apartheid nei confronti dei palestinesi. È vero, oggi gli israeliani si limitano a distruggere le case, a rubare la terra, ad imprigionare e ad uccidere i palestinesi senza però far uso di gas e forni crematori... ma nonostante ciò dobbiamo definire normale e dovuto quello che accade in quella parte di mondo? 

Questi sono solo esempi, perché dovendo elencare le atrocità meno note anche a questa parte di mondo chissà quanto ci sarebbe da scrivere.

Il ricordo da tramandare di cui parlava La Russa, che lui se ne renda conto o meno, si riferisce anche a ciò che era all'origine di quelle deportazioni: le leggi razziali, che definivano gli ebrei come cittadini di serie B, con diritti minimi rispetto agli altri cittadini... tedeschi, austriaci, italiani. 

Oggi il partito di La Russa, come altri partiti europei e italiani, definiscono irregolari (li chiamano clandestini) i richiedenti asilo che hanno un colore della pelle non uguale al loro e una religione diversa dal cristianesimo, e dicono che vanno respinti a prescindere, senza sapere se abbiano o meno diritto di asilo in Europa.  Lo stesso vale per le comunità rom e sinti in Italia e in Europa... riconosciute come covi di delinquenti e da emarginare, quando nella maggior parte dei casi sono cittadini italiano o europei.

Qual è allora la morale della ricorrenza odierna? Che oltre a fare della retorica da due soldi, che non costa niente, ogni tanto sarebbe anche il caso che le buone intenzioni si tramutassero in fatti, partendo da un esame di coscienza delle proprie responsabilità ed iniziando a mettervi riparo. È chieder troppo?

E questo, ovviamente, non riguarda solo La Russa, i fascisti, la politica... ma anche tutti noi.