"Almasri è stato liberato su disposizione della Corte d'appello di Roma non del governo. Quello che il governo fa è espellerlo dal territorio nazionale. Sul tema dell'aereo segnalo che in tutti i casi di detenuti da rimpatriare ritenuti pericolosi non si usano voli di linea anche per la sicurezza dei passeggeri. E' una prassi consolidata e non inventata da questo governo. Manderemo dei chiarimenti alla Corte internazionale come li chiederemo a nostra volta. La Corte deve chiarire perché ci ha messo mesi a spiccare questo mandato di arresto quando Almasri aveva attraversato almeno tre Paesi europei. Chiederò dei chiarimenti alla Corte internazionale e spero che almeno su questo tutte le forze politiche vogliano darci una mano".
Questo è quanto aveva detto ieri, da Gedda, la premier Meloni sul caso Almasri, facendo credere - anche se non è ben chiaro a chi, escludendo le persone afflitte da gravissimo ritardo mentale - che il criminale libico Almasri sia stato scarcerato, non per scelta del Governo, ma su disposizione della magistratura.
Considerando il livello dell'informazione presente in Italia, la Giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale magistrati ha ritenuto necessario, con una nota (fonte ag. Dire - www.dire.it), ribadire ciò che invece è realmente accaduto:
"In realtà, Almasri è stato liberato lo scorso 21 gennaio per inerzia del ministro della Giustizia [Carlo Nordio] che avrebbe potuto – perché notiziato dalla polizia giudiziaria il 19 gennaio e dalla Corte d'appello di Roma il 20 gennaio -, e dovuto, per rispetto degli obblighi internazionali, chiederne la custodia cautelare in vista della consegna alla Corte penale internazionale che aveva spiccato, nei suoi confronti, mandato di cattura per crimini contro l'umanità e crimini di guerra commessi nella prigione di Mitiga (Libia). Almasri, per scelta politica e nel silenzio del Guardasigilli, il solo deputato a domandare all'autorità giudiziaria una misura coercitiva, è stato infine liberato, e, seppur indagato per atroci crimini, riaccompagnato con volo di Stato in Libia. Tanto va detto per amor di verità".
Pertanto, come logica dimostra, il governo Meloni si è così reso complice di un criminale che ha commesso reati che la premier, in passato, aveva dichiarato di voler perseguire per tutto il "globo terracqueo".