Lo "shutdown", causato dal braccio di ferro tra Trump e i democratici che insieme anche ad alcuni colleghi repubblicani non hanno votato al Senato il finanziamento di oltre 5 miliardi di dollari richiesto dal presidente per la costruzione del muro con il Messico, continua ed è prossimo a tagliare il traguardo delle due settimane.
Lo shutdown sta bloccando le attività di alcuni servizi pubblici il cui finanziamento è terminato prima di Natale. Alcuni servizi, ritenuti essenziali, sono stati comunque mantenuti, ma i dipendenti che li stanno assicurando non vengono pagati.
Trump non vuole cedere sul finanziamento al muro, il Senato non ha i numeri per approvarlo. Una situazione di stallo che potrebbe pure diventare ancor più difficile di quanto già non lo sia, perché dal 3 gennaio, alla Camera dei Rappresentanti si insedieranno i nuovi deputati eletti lo scorso novembre, modificando la maggioranza di quel ramo del Congresso, che per i prossimi 4 anni sarà a favore dei democratici.
E da parte della Camera già si parla di una nuova proposta, che dovrebbe esser presentata già giovedì, per risolvere l'attuale situazione, ma che non prevede ciò che Trump desidera. Ed il capogruppo al Senato dei repubblicani, Mitch McConnell ha già fatto sapere che i repubblicani in quell'Aula non approveranno una misura di spesa che non sia supportata da Trump.
Intanto, in giornata, il presidente e alcuni rappresentanti del Congresso si riuniranno alla Casa Bianca per discutere del problema, anche se non sembra che ci siano le basi per un qualche possibile accordo.