La Rai, oggi incerta se farsi etichettare come Radio televisione Israeliana o come Tele Meloni, si è ulteriormente distinta nell'opera di censura in corso da quando ne hanno militarmente (in senso politico) preso possesso i conservatori (del fascismo) oggi al governo del Paese.
È vero. Anche in passato i vertici della tv pubblica avevano operato per servire o credere di farlo - sempre più realisti del re - i desiderata (o ritenuti tali) dei politici che lì li avevano piazzati. Nulla di nuovo, quindi? Solo fino a un certo punto, perché gli attuali servitori della propaganda a conservazione del fascismo sono talmente proni ai diktat padronali da rendersi ridicoli, così tanto da raggiungere punte che possono essere classificate come manifesto autolesionismo, come ampiamente dimostrato dal comunicato a sostegno del genocidio messo in atto da Israele imposto alla lettura di una povera e anziana conduttrice, da part5e dell'attuale amministratore delegato Sergio.
Ma c'è di più.
Infatti, dopo aver nascosto nei propri magazzini la fiction su Mimmo Lucano per evitarne la messa in onda, la Rai ha deciso di rimandare sine die la realizzazione della fiction su don Andrea Gallo, per la quale a novembre del 2022 erano già stati definiti 27 giorni di lavorazione in 16 location diverse, tra cui la Comunità di san Benedetto al porto (fondata dallo stesso don Gallo), la casa di Bocca di rosa e i caruggi. Ed erano pronte anche 185 pose per complessive 82 persone, fra attori e comparse (fonte Ansa).
Ma di tutto questo non c'è più traccia. Perché?
Ma è evidente... don Gallo era un prete di strada che stava dalla parte degli ultimi e degli emarginati, era stato partigiano ed era un convinto antifascista.
Della "scomparsa" della fiction ne chiede conto anche il capogruppo di AVS, Peppe De Cristofaro, presidente del gruppo Misto al Senato, e componente della Vigilanza Rai:
"Che fine ha fatto la fiction su Don Gallo? Chiederemo al direttore di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, al direttore generale Rossi e all'amministratore delegato Sergio se la fiction sul prete di strada genovese sia stata sospesa e per quali motivi non sia stata ancora messa in onda.Da quanto apprendiamo, erano stati definiti sia il set che la collaborazione con la Genova e Liguria Film Commission, addirittura i giorni di lavorazione. Poi più nulla. Buio assoluto. Un vero e proprio giallo. La cosa certa è che la fiction Rai sulla vita di Don Gallo quest'anno non è nei palinsesti.La Rai avrebbe dovuto fare la serie su Don Gallo prima del governo Meloni e, visto il congelamento del progetto, non vorrei che si trattasse dell'ennesima scelta per accontentare i nuovi padroni Rai. Don Gallo era un prete di strada, animatore della Comunità di San Benedetto al Porto, un partigiano, un pacifista. Un personaggio di grande spessore sempre vicino agli ultimi. Proprio quelli a cui il governo Meloni non guarda mai. La Rai non è Tele Meloni, deve fare servizio pubblico. E la serie su Don Gallo è da servizio pubblico. Presenteremo in Vigilanza Rai una interrogazione".
Ovviamente, è già scritto l'esito dell'interrogazione, ma il gesto di "resistenza", visti i tempi, è comunque da apprezzare.