A sorpresa, Bergoglio ha atteso il giorno di Pentecoste, il prossimo 29 giugno, per annunciare che ci sarà un concistoro per la creazione di nuovi porporati.
Saranno 14, di cui 11 elettori e 3 ultraottantenni, i nuovo cardinali nominati per essersi distinti per il loro servizio alla Chiesa.
Anche in questo caso arrivano da tutte le parti del mondo: Giappone, India, Iraq, Perù, Madagascar, Portogallo, ecc. Solo tre saranno italiani.
Grande assente dall'elenco dei nuovi cardinali, invece, l'arcivescovo metropolita di Milano, monsignor Mario Delpini, che ormai dal luglio 2017 guida la diocesi più grande d'Europa. Se quella ambrosiana è storicamente sede cardinalizia, Papa Francesco, in questo caso, ha deciso di non inserire Delpini nell'elenco, come già successo con i pastori di Torino, Venezia, Bologna e Palermo.
Nel caso dell'arcivescovo di Milano, secondo molti, peserebbe l'accusa di aver coperto, quando era vescovo ausiliare, un sacerdote accusato a sua volta di abusi su un minore.
Con la nomina dei nuovi cardinali di fatto Bergoglio ha spostato il baricentro della Chiesa dall'Italia e dall'Europa all'Asia, l'Africa e all'America Latina.
Sarebbe un'ottima occasione per il prossimo governo - che deve finanziare l'attuazione delle fantastiche promesse elettorali - per realizzare il risparmio di spostare verso questi paesi il mantenimento della Chiesa, ora gravante essenzialmente sull'Italia.