Si scaldano i motori per definire la nuova legge elettorale e la data delle elezioni. Il PD di Renzi, ormai la precisazione per specificare di quale Partito Democratico stiamo parlando è d'obbligo, dopo aver auspicato il ritorno alla legge elettorale elaborata dall'attuale presidente della Repubblica, che si può definire come sistema elettorale in prevalenza maggioritario, pur di avere la certezza del voto in estate sarebbe pronto ad approvare la versione dell'Italicum rivista dalla Consulta anche al Senato, come vorrebbe il Movimento 5 Stelle.
Come riporta il blog di Grillo, "ieri la nostra proposta di legge è stata discussa nella conferenza dei capigruppo della Camera ed è stata calendarizzata per la discussionne alla Camera il 27 febbraio. La nostra proposta è semplice e sarà votata da tutti i nostri portavoce alla Camera e al Senato, i partiti che vogliono votare subito devono approvarla così come è, senza far perdere tempo ai cittadini.
La proposta prevede di applicare il Legalicum [la nuova denominazione a 5 Stelle dell'Italicum modificato dalla Corte costituzionale] al Senato ossia: premio di maggioranza nazionale al 40% alla lista e non alla coalizione e soglia di sbarramento al 3% per le liste, le ammucchiate non sono previste."
Nel caso il Legalicum dovesse essere scelto per le due camere, al Senato dovrà comunque essere modificato per rispettare le direttive della carta costituzionale che regolano l'elezione dei parlamentari per quella Camera su base regionale.
L'intesa tra PD di Renzi e 5 Stelle cui si aggiungerebbero Fratelli d'italia e Lega per accordarsi su una legge elettorale che possa anticipare il prima possibile la data del voto è l'indiscrezione odierna sul fronte politico. E tanta sarebbe l'urgenza di Renzi di andare al voto, per evitare il Congresso del Partito, che sarebbe persino disposto ad accettare il Legalicum pentastellato.
La minoranza PD continua a minacciare scissioni perché continua a chiedere un chiarimento politico prima delle elezioni. A questo punto, vista l'inevitabilità dello scontro, è anche lecito supporre che Renzi neghi il Congresso proprio perché si arrivi a questa conclusione.
La situazione politica comincia a diventare caotica e sempre più inestricabile? Allora è il momento in cui si palesa il deux ex machina al contrario della vita istituzionale italiana: Giorgio Napolitano.
Nella commedia greca, il deus ex machina era colui che compariva all'improvviso e in genere sistemava le cose che sembravano irreparabili. Il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, invece, quando la situazione sembra forse trovare una qualche possibile via d'uscita, compare all'improvviso per generare ulteriore caos.
Così, oggi, il presidente emerito si è sentito in dovere di affermare che «nei paesi civili alle elezioni si va a scadenza naturale e a noi manca ancora un anno. In Italia c'è stato un abuso del ricorso alle elezioni anticipate. Bisognerebbe andare a votare o alla scadenza naturale della legislatura o quando mancano le condizioni per continuare ad andare avanti. Per togliere le fiducia ad un governo deve accadere qualcosa. Non si fa certo per il calcolo tattico di qualcuno.»
Sinceramente, è da anni che molti si domandano che ruolo abbia Napolitano nella vita pubblica italiana, quale sia il suo disegno politico e, soprattutto, in funzione di chi tale disegno debba essere applicato, visto che sono oltre 10 anni che Napolitano non partecipa ad una elezione politica.
Comunque, la notizia certa è che, incredibilmente, almeno una data per discutere una legge elettorale è stata fissata. Ed è pur sempre un inizio. Sui tempi di approvazione è tutto da vedere, sia in base al sistema elettorale che verrà scelto, sia alle ultime convenienze riguardo future alleanze elettorali.