Anche se le strutture sportive e ricreative, oltre ai caffè e ai ristoranti, rimarranno chiuse a tempo indeterminato, a partire dalla settimana entrante in Germania inizierà un rallentamento delle restrizioni, con la riapertura di alcune attività, mentre le scuole riprenderanno all'inizio di maggio. Questo è quanto la cancelliera Merkel ha annunciato alcuni giorni fa, a seguito del calo nell'andamento del numero dei contagi.
In Germania il picco dell'epidemia si è avuto all'inizio di aprile e oggi si registra un costante decremento dei nuovi casi. Con il tasso di infezione indicato a 0,7, un contagiato non riesce a passare il virus ad un'altra persona.
Gli ultimi dati indicano in 144.387 il totale di casi Covid in Germania, con la pandemia che finora ha causato 4.547 decessi, un numero molto basso rispetto a quello di altri Paesi. Parlare di fase 2, pertanto, non è irrazionale.
Invece, sembra del tutto irrazionale, se non folle, farlo negli Stati Uniti, dove il picco del contagio sembra essere stato raggiunto a metà aprile, ma il numero di nuovi casi è al momento costante, con un leggerissimo tasso di diminuzione.
Eppure, il presidente Trump ha iniziato a parlare della necessità di un ritorno alla normalità, sostenendo che l'emergenza è alle spalle, se non quasi superata. Negli Usa sono quasi 750mila i casi di positività registrati, mentre oltre 40mila sono i decessi.
Inutile aggiungere che i repubblicani al Congresso appoggiano Trump, che ha già dichiarato di aver approntato le linee guida per un ritorno alla normalità.
In base a quello che virologi ed epidemiologi dicono qui in Italia sui rischi di affrettare la "riapertura" prima che il tasso del contagio si sia realmente ridotto - c'è chi parla del rischio di ripartire da zero - la fretta di Trump, nel caso venisse ascoltato dai governatori di molti Stati - gli Usa sono uno Stato federale e i governatori godono di un ampio potere decisionale - potrebbe portare ad un'ulteriore incremento dell'epidemia con ricadute altrettanto gravi, sia sul piano sociale che su quello economico.
Considerando il peso dell'America sull'economia mondiale, un ulteriore aggravamento del contagio da Covid al di là dell'Atlantico avrebbe conseguenze nefaste sia sanitarie che economiche a livello globale. Per questo, la fretta di Trump può essere un rischio non solo per gli americani, ma anche per tutto l'occidente.