Esteri

Previsto per mercoledì il voto al Senato sull'impeachment per Trump, ma l'esito si conosce già

Si concluderà probabilmente mercoledì prossimo il processo al Senato degli Stati Uniti che vede il presidente Donald Trump a rischio impeachment per il caso Ucraina. 

Come andrà finire, lo sappiamo già. I 53 senatori repubblicani presenti nell'Aula voteranno per l'assoluzione di Trump. Nessuno di loro, infatti, ha rilasciato dichiarazioni in senso opposto. Perché Trump possa essere ritenuto colpevole di aver cercato di mettere a rischio la sicurezza nazionale ricattando il presidente ucraino affinché aprisse un'inchiesta giudiziaria nei confronti dei Biden (padre e figlio), con Joe suo possibile rivale alle presidenziali di novembre, è necessario il voto dei due terzi dei senatori. 

Il voto repubblicano, però, è indirizzato dalla convenienza politica e non dai fatti. Tanto per non risultare ancor più in imbarazzo di quanto già non siano nei confronti dell'opinione pubblica, la scorsa settimana i senatori hanno votato per non ascoltare i testimoni sulla vicenda Ucraina, compreso l'ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton che in un recente  libro ha praticamente dichiarato che Trump è effettivamente responsabile di aver commesso ciò di cui viene accusato. 

Nei sondaggi d'opinione la maggior parte degli americani, invece, avrebbe voluto sentire le testimonianze di quanti erano coinvolti nella vicenda. Se ciò fosse avvenuto, per i senatori repubblicani sarebbe stato ancor più umiliante votare a favore di Trump sostenendo la tesi che probabilmente utilizzerà la difesa, che  da lunedì riassumerà il caso in questi termini, con il voto decisivo previsto per mercoledì: Trump può avere agito con leggerezza, ma non vi è alcuna base giuridica per sostenerne l'estromissione dall'incarico di presidente degli Stati Uniti. 

Naturalmente non è così e lo sanno benissimo i repubblicani al Senato e non solo. Ma visto che alle prossime presidenziali Trump potrebbe essere nuovamente eletto, meglio far finta di nulla.

Da vedere, adesso, se e come la messa in stato di accusa di Trump influenzerà la campagna per le presidenziali, con il suo protagonista che dirà come già ha fatto finora di essere stato vittima di un complotto, sapendo benissimo, ovviamente, che non è così.

Ma l'elettore a cui Trump si rivolge lo crederà realmente, al di là di qualsiasi evidenza. Per questo, i democratici in corsa per la presidenza, che stasera in Iowa avranno le prime indicazioni su quale sia il candidato con più chance per l'appuntamento di novembre, non hanno utilizzato quasi mai l'impeachment come argomento della loro propaganda.

Autore Antonio Gui
Categoria Esteri
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