Vabbè, è andata come è andata, Mattarella si è inchinato alla volontà parlamentare e per il bene del paese ha modificato i suoi programmi futuri per rimanere al suo posto con spirito di sacrificio ecc. ecc.

Nulla da eccepire, onore a Mattarella.

Ora per le prossime settimane ne sentiremo di tutti i colori. La resa dei conti all' interno delle coalizioni, la resa dei conti all'interno dei partiti, le ripercussioni sulla tenuta del governo, i programmi futuri di Draghi, l'emergenza alla quale  fare fronte e che immancabilmente è una e trina: sanitaria, economica e sociale ecc. ecc.
Poi il peana infinito sulla crisi della politica che non è riuscita a esprimere.... e bla bla bla

Resta la figura da cioccolatai che abbiamo fatto in campo internazionale, della quale pochi parleranno, con la stampa di tutti i paesi o quasi, esterrefatta di fronte ad una nazione che avendo a disposizione una figura come Draghi, poi non riesce a "sfruttarlo" a dovere anche dal punto di vista mediatico/rappresentativo, che oggi come oggi è più importante di quanto si creda.

Dovrebbe servirci di lezione e farci capire che così non si può andare avanti, che non è possibile che l'elezione di chi deve rappresentare 60 milioni di italiani sia in mano a nemmeno una dozzina di persone preoccupate non del bene del paese ma della loro bassa cucina elettorale.

Sarà un gran giorno quello in cui qualcuno comincerà magari a organizzare un referendum per sollecitare quelle modifiche costituzionali che possano portare all' elezione diretta del capo dello stato, per togliere questo passaggio fondamentale dalle mani della congrega di magliari che l'ha gestita specialmente in questa occasione.