La notizia non dovrebbe destare stupore dato che l'inquinamento atmosferico ha segnato negli ultimi anni valori di eccezionale gravità.

Lo conferma lo studio "The Lancet Countdown", dove si arriva a definire gli agenti inquinanti come veri "killer" di bambini, capaci di insinuarsi a livello della placenta per compiere la propria azione devastante.

La ricerca, pubblicata su Nature Communications , ha utilizzato dati sui nati morti e sull'inquinamento atmosferico tra il 1998 e il 2016 provenienti da 54 paesi a basso e medio reddito (LMIC), tra cui Pakistan, India e Nigeria.

Questo è stato utilizzato per stimare il numero di nati morti attribuibili all'esposizione a PM2,5 nei 137 paesi LMIC, tenendo conto del fatto che l'impatto dell'aria sporca era maggiore sulle madri più anziane.

In realtà non è ancora del tutto dimostrato il processo tramite cui l'inquinamento atmosferico causa il rapporto nati-mortalità.

I ricercatori hanno affermato che le particelle di inquinamento che passano attraverso la placenta potrebbero causare "danni embrionali irreversibili" e potrebbero anche danneggiare la placenta stessa.

L'inquinamento atmosferico potrebbe anche limitare la capacità del corpo della madre di trasmettere ossigeno al feto.