Il Mattino riporta la notizia che a Trento ad un 34enne è stato inflitto un anno di carcere per aver rubato (quasi due anni fa) una frittura e un paio dolci al supermercato. Per un bottino del valore totale di poco meno di 8 euro.
La notizia arriva proprio quando giovedì 23 marzo in uno dei soliti beceri talk-show televisivi, sono state "ospitate" alcune Rom protagoniste da tempo della piaga degli impuniti borseggi sui trasporti pubblici di Roma, di Milano e di altre grandi città.
Sono state convocate, intervistate ed ascoltate dando loro la possibilità di "esporre le loro ragioni" e nel corso del dibattito abbiamo assistito alle metamorfosi del borseggio, passato da atto delinquenziale a "lavoro" e delle delinquenti trasformate in "controparti".
In questo clima le vicende fanno seguito all'incredibile "denuncia" di una assessora comunale del PD milanese, Monica Romano, fattasi promotrice della tesi che filmare le borseggiatrici in azione e poi diffondere i filmati costituisce violazione della "privacy".
Quindi ora siamo al punto che borseggiare ignari cittadini che si recano a lavoro o turisti in transito nel nostro paese, è atto che va praticamente tutelato, e non si può diffondere le sembianze delle ladre per permettere alla gente di riconoscerle e difendersi.
Quindi non manca molto al riconoscimento del borseggio, del furto e della rapina come mestieri magari da regolamentare e da assoggettare al versamento di tasse e contributi, come presto assisteremo alla nascita del sindacato ladri pronto a proclamare uno sciopero per protestare contro gli inviati di Striscia la Notizia che "disturbano" il regolare svolgimento dell'attività lavorativa.
I poveri pensionati che dovessero rubare una scatoletta di tonno per non morire di fame, sono avvertiti: si addestrino al borseggio per poter sopravvivere senza correre troppi rischi.
E poi dice che il nostro non è il paese delle meraviglie!