Con un comunicato pubblicato nel pomeriggio di venerdì 3 luglio, la Ocean Viking ha reso noto di aver informato le autorità marittime italiane della presenza di uno stato di emergenza a bordo della nave. 

Si tratta di un passo senza precedenti nella storia di SOS MEDITERRANEE, innescato innanzitutto dal rapido deterioramento della salute mentale di alcuni sopravvissuti a bordo, in particolare di un gruppo di 44 persone per le quali l'equipaggio ha richiesto, senza ottenere riscontro, una evacuazione per ragioni sanitarie. Le 44 persone si trovano in uno stato di prostrazione tale da aver minacciato di ferire se stesse e membri dell'equipaggio, arrivando a minacciare il suicidio.

Ieri due uomini si sono gettati in mare e hanno dovuto essere recuperati dalla squadra di soccorso di SOS Med. Altri tre uomini intendevano saltare ma sono stati trattenuti in tempo. in mattinata una delle persone soccorse ha tentato di impiccarsi. Numerosi tafferugli si sono già verificati sul ponte della nave.

Tra i 180 sopravvissuti a bordo dell'Ocean Viking vi sono 25 minori, 17 dei quali non accompagnati. Una delle due donne a bordo è incinta di cinque mesi.

Delle quattro operazioni di salvataggio condotte il 25 e il 30 giugno una ha avuto luogo nell'area Sars a cavallo tra Italia e Malta, le altre tre si sono svolte nella Sars di La Valletta. Non ci possono essere dubbi sul paese che ha la responsabilità di garantire lo sbarco dei naufraghi. Il diritto marittimo è chiaro: un salvataggio è completo solo quando i sopravvissuti hanno raggiunto un luogo sicuro e tale luogo deve essere fornito dalle autorità marittime competenti.

La prima richiesta di un porto sicuro è stata inviata alle autorità marittime competenti italiane e maltesi una settimana fa. Da allora, la stessa richiesta è stata ripetuta per ben sei volte. Finora l'Ocean Viking ha sempre ricevuto una risposta negativa sia dall'Italia che da Malta, senza che le venissero fornite altre indicazioni.

"Ribadiamo la nostra richiesta alle autorità competenti e a tutti gli Stati membri dell'Unione europea - riporta la nota di Ocean Viking - di intensificare e unire gli sforzi per fornire una soluzione ai 180 sopravvissuti a bordo della nave. La loro sicurezza e quella del nostro equipaggio dipendono da questo".