La legge di Bilancio 2025 sarà votata al Senato senza essere esaminata dall'Aula, nonostante che Meloni in passato avesse detto...
"L’Esecutivo e la sua maggioranza hanno espropriato le Camere del diritto di esaminare la legge più importante dello Stato e hanno violato ogni regola prevista sui tempi di discussione, imponendo inoltre maxi-emendamenti e voto di fiducia. Peraltro, il risultato finale è una legge di bilancio senz’anima, che non ha una strategia complessiva per uscire dalla crisi economica, sostenere le imprese e rilanciare l’occupazione. Una maggioranza sgangherata che produce una finanziaria altrettanto inadeguata, riempita di marchette per accontentare questo o quel partito".
Chi lo ha detto? Giorgia Meloni a commento della legge di Bilancio approvata dal Parlamento a fine dicembre 2021. Nell'occasione, Meloni aveva pure aggiunto che
"Fratelli d’Italia pretende rispetto per il Parlamento e per gli italiani" e che per tale motivo "Fratelli d’Italia scriverà al Presidente della Repubblica Mattarella per denunciare il gravissimo atto di arroganza che il Governo Draghi ha commesso nei confronti del Parlamento sull’esame della manovra finanziaria".
Un argomento, quello dell'esame delle legge di Bilancio da parte delle due Camere che, giustamente, è sempre stato molto a cuore alla (post) camerata Giorgia Meloni. Infatti, ecco che cosa diceva nel 2019...
E che cosa ha fatto Giorgia Meloni nel 2024? Al Senato la manovra finanziaria del 2025 sarà votata con il voto di fiducia, senza venire esaminata dall'Aula.
Per rendersi ulteriormente ridicola, la premier - o chi per lei - ha pure organizzato una sceneggiata che ha visto il senatore e capogruppo di FdI in commissione, Guido Liris, dimettersi da relatore della legge di Bilancio per protestare sul fatto che la legge sia stata esaminata solo alla Camera:
"Chiedo al presidente di farsi mediatore perché non ci sia più la singola lettura, perché si torni alla doppia lettura dopo il 2018. Era una volontà per la maggioranza di dire questa cosa qui".
A riassumere l'allucinante assurdità della sua dichiarazione, ci ha pensato il capogruppo dem Francesco Boccia:
"Non si capisce cosa voglia dire dimettersi oggi da relatore, dopo che maggioranza e governo hanno deciso di non dare il mandato al relatore stesso, calpestando ancora una volta e mortificando il ruolo del Parlamento. Ci si dimette di solito in polemica con chi non ci ha permesso di svolgere il nostro ruolo. Chiediamo a Liris di sapere con chi ce l’ha. Si dimette contro il governo Meloni? Si dimette in polemica con il suo partito che ha sottomesso i gruppi di maggioranza alla volontà ottusa del governo? Forse più semplicemente la maggioranza in Senato ha preso atto che questo livello di umiliazione non è mai stato raggiunto e provano a salvare la coscienza inscenando dimissioni a dir poco risibili".
Anche in questo caso, Meloni ha smentito se stessa, rimangiandosi con gli interessi quanto aveva "urlato" - come suo solito - in passato. Inutile chiedergliene conto, perché la conferenza stampa di fine anno è stata rimandata (forse) ad anno nuovo. Inutile chiederne conto ai media che esaltano il (post) fascismo, perché i propagandisti iscritti all'ordine dei giornalisti ci spiegherebbero che è giusto così e che comunque, se sua Eccellenza ha deciso di fare così, allora è così che si deve fare.
Insomma, la regina (o il re?) delle piroette, l'imperatrice delle capriole, la dea dell'incoerenza, Giorgia Meloni, può e deve fare un po' quel che c...avolo crede in base alla convenienza del momento. E, in ogni caso, tutto ciò che fa sarà sempre e comunque buono e giusto.
Qualcuno ha dei dubbi? Allora si dia una martellata in testa per allinearsi al livello del sentire comune... e tutto sembrerà perfetto.