Negli ultimi decenni, la Chiesa cattolica in Italia, e in particolare nelle diocesi di Torino e Ivrea, ha affrontato una sfida significativa: il calo costante del numero di sacerdoti. Questo fenomeno, che ha radici profonde, si è riverberato in modo allarmante sulla vitalità della comunità ecclesiastica locale, con implicazioni che vanno ben oltre la semplice diminuzione numerica del clero. Mentre la società italiana sperimenta profondi cambiamenti socioculturali, la Chiesa si trova a dover riadattare la propria struttura e approccio pastorale per far fronte a questa nuova realtà.
Declino numerico dei Sacerdoti
Secondo i dati ufficiali, il numero di sacerdoti nella diocesi di Torino è passato da quasi 2.000 negli anni ’50 a soli 890 nel 2020, poco prima dell’inizio della pandemia di Covid-19. Nella diocesi di Ivrea, la situazione non è molto diversa: da 364 sacerdoti nel 1950 si è scesi a soli 110 nel 2021. Questi numeri riflettono un calo drastico delle vocazioni sacerdotali, che ha avuto un impatto significativo sulla capacità della Chiesa di servire adeguatamente la propria comunità.
L’Impatto sulla Vita Parrocchiale
La diminuzione del numero di sacerdoti ha avuto ripercussioni dirette sulla gestione delle parrocchie. Mentre nel 1950 le diocesi di Torino e Ivrea contavano rispettivamente 332 e 144 parrocchie, oggi il numero è salito a 347 e 141. Ciò significa che i parroci devono spesso occuparsi di più comunità contemporaneamente, assumendo il ruolo di “commessi viaggiatori” delle anime. Questa situazione ha inevitabilmente influenzato la qualità dell’assistenza spirituale offerta ai fedeli.
Declino delle attività parrocchiali
Parallelamente alla diminuzione del numero di sacerdoti, si è assistito a un calo delle attività parrocchiali, in particolare quelle rivolte ai giovani. Secondo le stime, solo una parrocchia su tre può oggi offrire un oratorio attivo, con iniziative sporadiche e saltuarie. Questo ha comportato una riduzione delle opportunità di aggregazione e formazione per le nuove generazioni, mettendo a rischio il ricambio generazionale all’interno della Chiesa.
Calo della Partecipazione Ai Sacramenti
Uno degli indicatori più preoccupanti della crisi che sta attraversando la Chiesa è il calo della partecipazione ai sacramenti, in particolare alla confessione. Studi recenti hanno rilevato che solo l’1% dei cattolici si confessa regolarmente, nonostante gli sforzi per rendere più accessibili gli orari di disponibilità dei sacerdoti. Anche la partecipazione alle messe domenicali ha subito una flessione negli ultimi anni.
I dati ripresi da mole24.it suscitano il commento del Movimento Internazionale dei sacerdoti sposati: "i laici non risolveranno la crisi dei preti. Sono pronti i preti sposati a risolvere in parte la crisi. Aspettano solo di essere richiamati in servizio nelle parrocchie senza sacerdoti.