Dopo che Arizona e Wisconsin ieri hanno certificato il risultato delle urne, la battaglia legale condotta da Trump per non riconoscere il risultato del elezioni del 3 novembre diventa ancor più grottesca di quanto non lo fosse già stata in precedenza.

Probabilmente lo stesso Rudy Giuliani ha finito per rendersene conto, tanto che, secondo quanto riportano alcuni media, l'avvocato di Donald Trump, quello che più di altri si è esposto per attaccare e screditare i rivali e gli ex amici del suo "cliente" impegnandosi anche nel cercare di ribaltare il risultato del voto, avrebbe discusso con il presidente degli Stati Uniti la possibilità di ricevere una grazia preventiva prima della scadenza del suo mandato, prevista il prossimo 20 gennaio. 

Secondo quanto riportato dalle fonti, non era chiaro chi tra i due avesse sollevato l'argomento per primo. 

Giuliani è stato indagato la scorsa estate da procuratori federali a Manhattan per il ruolo da lui avuto nell'affaire relativo all'Ucraina, compresa l'espulsione dell'ambasciatore americano in quel Paese, una vicenda che è finita al centro dell'impeachment del presidente Usa.

Sia Trump che Giuliani, anche tramite i rispettivi portavoce, si sono rifiutati di commentare l'indiscrezione, comunque da entrambi non smentita.

La settimana scorsa Trump aveva concesso il perdono presidenziale al generale Flynn, suo ex consigliere per la sicurezza nazionale condannato per aver attentato alla sicurezza dello Stato dopo aver mentito all'FBI, che lo aveva registrato, sul contenuto di una telefonata con l'ambasciatore russo negli Stati Uniti. Nella telefonata Flynn rassicurava l'ambasciatore che una vicenda relativa alla Russia sarebbe stata appianata non appena Trump sarebbe entrato in carica. 

La decisione, a sorpresa, di Trump ha fatto ritenere a molti che la grazia concessa a Flynn sarebbe stata estesa anche ad altri collaboratori della sua amministrazione nelle prossime settimane, prima della scadenza del mandato.