Il procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi, come ha spiegato l'Associazione Nazionale Magistrati (ANM) non ha emesso alcun avviso di garanzia nei confronti di Meloni, Mantovano, Nordio e Piantedosi a seguito del controverso rimpatrio del "generale" libico Osama Elmasry, ma solo un atto dovuto a seguito di un esposto.

Nonostante ciò, Meloni ha diffuso un video per anticipare la notizia, dipingendola come un attacco illegittimo a lei e al suo esecutivo, tirando in ballo, ancora una volta, Romano Prodi, perché all'origine di tutto vi è un esposto denuncia di un avvocato che la premier ha dipinto come un politico di sinistra collegato all'ex fondatore dell'Ulivo. 

In realtà, l'avvocato Francesco Li Gotti è un ex missino che, passato all'IdV di Antonio Di Pietro, ha ricoperto un incarico di sottosegretario durante uno dei due governi Prodi e, come ricordato dallo stesso Li Gotti, con Prodi non ha mai parlato in vita sua! Non solo. Meloni lo ha dipinto anche come avvocato di mafiosi, quando in realtà Li Gotti ha rappresentato Buscetta, Brusca e Mannoia in qualità di pentiti. Tra l'altro assunse la difesa di Mannoia su invito di Falcone.

Riassumendo, in base ai fatti, Meloni ha fatto una figura barbina - il termine più adatto è un altro -, ma nonostante ciò fa finta di ignorare le menzogne da lei dette in precedenza, continuando a far credere di esser vittima di un complotto. 

"Il nostro impegno per difendere l’Italia proseguirà, come sempre, con determinazione e senza esitazioni. Quando sono in gioco la sicurezza della Nazione e l’interesse degli italiani, non esiste spazio per passi indietro. Dritti per la nostra strada", è quello che ha postato oggi sui suoi account social.

E a supportare tale narrativa - senza vergogna, senza dignità e senza alcun rispetto per il loro ruolo - sono intervenuti e intervengono anche i giornalisti (tecnicamente non possono esser chiamati diversamente) dei media che promuovono veline a supporto di questo governo e dei parlamentari della sua maggioranza.

Da parte dei (post) fascisti, perché questo sono, vi è una completa distorsione dei fatti, in barba all'evidenza, per far credere che loro hanno sempre ragione... persino rimangiandosi ciò che avevano detto e fatto in passato.

Vogliamo parlare del caso Santanché? La ministra del Turismo, rinviata a giudizio, ha dichiarato che non si dimetterà se non glielo chiederà Meloni. Meloni ha detto che non chiederà le sue dimissioni se non sarà la Santanchè a presentarle.  Pertanto, la Santanchè continuerà a rappresentare l'Italia, nonostante sia una possibile delinquente... vista la natura penale del suo processo. 

È normale? Dal punto di vista etico no, ma quello che fa ancor più indispettire è che Santanchè e Meloni, in passato, avevano urlato in Parlamento e ai media la loro indignazione per dei ministri coinvolti in vicende che, paragonate a quella della ministra del Turismo, possono essere descritte come poco più che sciocchezze. Di quei ministri, Santanchè e Meloni chiedevano le dimissioni immediate perché, continuando a ricoprire il loro incarico istituzionale, avrebbero gettato discredito sul Paese.

E adesso? Quel che valeva in passato ora non vale più.

Lo stesso, ad esempio, vale per le accise sui carburanti. Meloni aveva fatto un video per dire che erano un furto e che le avrebbe tolte una volta al governo... adesso che è premier non solo non le ha tolte, ma le ha pure aumentate!

E che dire dell'ordinanza della Cassazione sulla questione dei "Paesi sicuri". Nonostante nel testo sia chiaramente scritto che sulla questione bisogna attendere una sentenza della Corte dell'Aia, lei ha detto che la Cassazione ha dato ragione al governo in relazione ai trasferimenti dei migranti in Albania. Chiunque sia in grado di leggere e comprendere un testo in italiano (non c'è bisogno di essere giuristi) capirebbe che l'affermazione di Meloni è una menzogna. 

Sono cose da pazzi. 

Abbiamo una presidente del Consiglio che se frega delle evidenze e se ne frega di ciò che aveva detto, anzi urlato, in passato, facendo poi l'esatto contrario in base alla convenienza del momento. Come se non bastasse, vi sono pure dei giornalisti che, nonostante ciò, dicono che tutto questo sia corretto, logico e dovuto.

Se il consenso per questo esecutivo continua ad essere alto, è evidente che gli italiani che hanno votato per questa maggioranza, a questo punto, o sono dei cretini oppure sono contenti di esser presi per dei cretini. 

L'unica domanda che rimane senza risposta è: FINO A QUANDO?