Not guilty: ancora una volta il Senato salva Trump dall'impeachment
Si è conclusa con un nulla di fatto la seconda richiesta di impeachment avanzata dai democratici nei confronti di Donald Trump, salvato anche stavolta dai repubblicani al Senato.
Il regolamento del Senato prevede che l'impeachment possa essere confermato solo con l'approvazione dei due terzi dei senatori.
In base all'attuale composizione del Senato, i voti a favore dell'impeachment (57 contro i 67 necessari) sono stati espressi dai 50 legislatori dem, e solo da 7 dei 50 repubblicani.
Quindi, con il risultato di 57 a 43, Trump ha ancora una volta evitato, per ragioni di esclusiva opportunità politica, una condanna ampiamente meritata da ciò che aveva detto e fatto in occasione dell'assalto al Campidoglio dello scorso 6 gennaio. Lo stesso era accaduto con la vicenda dell'Ucraina, collegata al tentativo di danneggiare Biden alle elezioni presidenziali.
Nancy Pelosi ha criticato duramente i senatori GOP pro-Trump, primo tra tutti il loro leader Mitch McConnell, per il comportamento ipocrita assunto.
McConnell, infatti, ha votato contro la condanna di Trump, motivando la sua scelta con il fatto che - per lui - il procedimento era incostituzionale in quanto Trump non era più presidente. Ma McConnell si è dimenticato che è stato lui stesso a far di tutto per far sì che l'impeachment per Trump venisse discusso al Senato dopo il 20 gennaio, data di scadenza del mandato.
Non contento di ciò, per non farsi mancare nulla, dopo il risultato della votazione McConnell ha dichiarato che Trump era stato responsabile dell'assalto al Campidoglio, esprimendo tutta la sua riprovazione per quanto fatto dall'ex-presidente, aggiungendo che "non è ancora riuscito a farla franca", ricordando che un ex-presidente, come qualsiasi cittadino, è comunque perseguibile dalla giustizia penale e da quella civile.